Atti vandalici nel centro antico di Napoli: la vergogna delle scritte su monumenti e palazzi

Portone di palazzo fine XVII secolo - Napoli - marzo 2011
Più di una volta chi si interroga su quale sia il reale problema di Napoli, non sono in pochi a rispondere "i napoletani", indicando ovviamente con tale risposta non l'intera cittadinanza ma quella stretta cerchia di persone che fanno di tutto per danneggiare, sbeffeggiare e distruggere la propria città.  Un esempio lampante è quello del bel palazzo sito in Piazza Santa Maria la Nova, in pieno centro antico di Napoli, la cui facciata principale è stata appena restaurata. Ebbene, il portone appena ritinteggiato dopo poche settimane appariva già come in fotografia: una vergognosa sovrapposizione di scritte per nulla artistiche nè recanti alcun significato.  Come già scritto più volte in passato, una città che ha l'ambizione di candidarsi a meta turistica di primaria importanza non può permettere a pochi scellerati ed ignoranti di danneggiare piazze, statue, monumenti e palazzi in tal modo. Dove non arriva l'incuria, dove non arriva l'abbandono, ecco che l'intervento di gruppi di delinquenti contribuisce a rendere al turista di passaggio l'immagine deprimente di una capitale decaduta anzichè quella di una meravigliosa città d'arte che può contare - unica al mondo - sulla profonda stratificazione culturale, sociologica ed artistica, che dagli antichi greci porta fino ai giorni nostri passando per romani, bizantini, normanni, angioini, aragonesi, austriaci, spagnoli e piemontesi.
Eppure basterebbero maggiori controlli da parte dei tutori dell'ordine, qualche telecamera installata in determinate zone della città a rischio atti vandalici e qualche punizione esemplare di giovani writers colti in fragranza, obbligati magari a ripulire i monumenti danneggiati con le proprie mani ed il proprio sudore.

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