La solfatara di Pozzuoli: guida fotografica alla dimora del dio Vulcano

le fumarole della "bocca grande" alla Solfatara di Pozzuoli - fotografiareale.blogspot.com
Conosciuta sin dai tempi degli antichi romani, individuata come ingresso degli inferi da Strabone che nel suo trattato di geografia la descriveva come dimora del dio Vulcano, la solfatara di Pozzuoli è probabilmente il vulcano dei Campi Flegrei più famoso, oltre che quello all'interno del quale l'attività vulcanica secondaria è maggiormente evidente, fra pozze di fango e numerose fumarole. I campi flegrei rappresentano uno dei rari esempi sul pianeta di enorme caldera vulcanica, superati per fama probabilmente solo dal parco nazionale di Yellowstone.
La strada che conduce al cratere, una volta varcata la soglia d'ingresso e passati sotto un portone che sembra preannunciare più l'ingresso in un cortile che in un parco di circa 33 ettari, è immersa nel verde fra querce, corbezzoli e piante di mirto. Il contrasto appena giunti sulla bianca superficie della solfatara vera e propria è pertanto notevole e stupisce il visitatore.  Non esiste - la cosa è voluta - un vero e proprio percorso da seguire ma solamente una serie di cartelli che indicano dove si trovano le attrazioni più interessanti della solfatara. La possibilità di passeggiare liberamente sul fondo del cratere offre la possibilità al turista di ammirare il luogo da diversi punti di vista, essendo transennate solamente le aree realmente pericolose, per presenza dei fanghi termali o per l'eccessiva temperatura delle rocce o delle fumarole.
Seguendo un percorso anti orario, quasi al centro del cratere, è la fangaia, con bene in vista una vecchia macchina per inscatolare il fango. Man mano che ci si avvicina alla "bocca grande", ovvero alla fumarola principale con getti di vapore a temperatura di circa 150 °C e la caratteristica colorazione delle rocce giallo-rossastra causata dal deposito di sali presenti nei vapori, come il realgar, il cinabro e l’orpimento.
una fumarola con le pietre colorate dai vapori in cui si trovano sali come il realgar, il cinabro e l’orpimento
 Fra le caratteristiche della solfatara è anche la particolarissima struttura del terreno, pieno di micro cavità prodotte dalla presenza di fumarole: facendo cadere in determinate zone del cratere un masso sul terreno si può udire un cupo rimbombo come se sotto la superficie vi fosse un'ampia cavità.  Oltre alla fangaia ed alle fumarole all'interno del parco sono presenti anche le cosiddette vecchie stufe ed il pozzo dell'acqua minerale.
la fangaia
Le "stufe", ricostruite periodicamente, non sono altro che due piccole grotte in mattoni collegate ad alcune fumarole, poste a differente temperature - da qui il nome di grotta dell'Inferno e grotta del Purgatorio -, utilizzate in passato per le cure termali, durante il breve periodo in cui la solfatara era utilizzata come stazione termale.
In un'area protetta è presente una stazione sperimentale dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) con un sistema di monitoraggio termico della solfatara  ed invio dati in automatico all'Osservatorio Vesuviano.
 Al termine della visita il percorso continua nuovamente sotto le querce ed è presente un'area giochi per bambini bene attrezzata e ben tenuta, un bar, un negozio per souvenir, un'area camping ed un punto di ristoro.
Per maggiori informazioni, per il costo del biglietto e per indicazioni stradali su come raggiungere il vulcano la solfatara di Pozzuoli si rimanda al sito ufficiale. 
Su wikipedia oltre che sul sito ufficiale sono reperibili numerose informazioni riguardanti la storia della solfatara.

2 commenti:

Lo Guarracino ha detto...

Un posto straordinario.
Utilizzato tra l'altro per le scene del "finto inferno" nel film di Totò "47 morto che parla" del 1950.

Fabrizio Reale ha detto...

Fra l'altro mi sembra che a quel tempo l'attività vulcanica fosse anche superiore a quella attuale...

Fabrizio

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