Mostra fotografica Punto e Virgola di Roberto Stella al Teatro Bellini dal 3 marzo 2012

Uno degli scatti di Roberto Stella in mostra al teatro Bellini
Da sabato 3 marzo 2012 fino al 18 marzo all'interno del Teatro Bellini di Napoli sarà visibile la mostra fotografica "Punto e Virgola", con esposizione di numerose fotografie di Roberto Stella. Il vernissage di sabato 3 marzo presso il "Bebìs Bellinibistrot" del teatro avrà inizio alle ore 19:00 e sarà accompagnato dal pianoforte di Giuseppe Avitabile.  Gli scatti - alcuni anticipati da La Repubblica edizione Napoli - raccontano di una Napoli quasi surreale, laddove la tecnica della long exposure fortemente utilizzata da Roberto, fotografo ed al contempo psicologo, mette in risalto luoghi e volti partenopei.

Segue il comunicato stampa disponibile sulla pagina facebook dell'evento.

"Punto e virgola" di Roberto Stella è il terzo appuntamento de "Le Quinte Fotografiche" un progetto artistico nato dalla collaborazione tra il Teatro Bellini di Napoli e le associazioni culturali Arycanda e Arycanda G.
Roberto Stella in questo suo lavoro crea un raffinato connubio tra le sue due grandi passioni. Psicologia e fotografia si fondono in un progetto frutto di una ricerca stilistica sofisticata. L'attesa, i silenzi, le pause sono il momento in cui le persone rivelano la loro essenza e la Natura mostra la sua anima.
Grazie ai lunghi tempi di esposizione fotografica Roberto Stella attende pazientemente l'inconscio di luoghi e persone per catturarlo ed immortalarlo nello stile che lo contraddistingue.

INTRODUZIONE DELL'AUTORE
Il punto e virgola è una pausa aperta, un simbolo che ferma il tempo del discorso principale per poter articolare e scendere in profondità. Una punteggiatura necessaria nel nostro tempo frenetico di virgole brevi e periodi troncati. E' in questo tempo che la persona attenta può lasciarsi andare alla
contemplazione della storia articolata.
In fotografia il punto e virgola diventa un lungo tempo di esposizione, un lungo tempo ad aspettare che i luoghi e le persone ci raccontino di loro attraverso l'obiettivo.
Come psicologo ho imparato a rispettare i tempi, quei silenzi pieni in cui le persone possono svelarsi e raccontarsi, quei momenti aperti in cui attendere l'altro.
Nella fotografia il concetto non cambia, si trasforma solo in tecnica fotografica con la quale permettere ai luoghi e alle persone di mostrarti qualcos'altro.
Per ottenere questi scatti a volte ci sono voluti minuti e la polvere presente nella macchina fotografica si trasformava in stelle bianche nel cielo scuro mentre il mare prendeva le sembianze della nebbia.
Nei ritratti ho chiesto a persone comuni di raccontarsi a me prima degli scatti per poi poter tradurre in foto le loro paure, i loro demoni, le loro storie attraverso la simbologia dei sogni e psicoanalitica.
Rispettando i loro segreti ho deciso di non inserire titoli o didascalie nei ritratti, anche per poter lasciare ai modelli ritratti il piacere inconscio di riconoscere parti del proprio Sé cristallizzate attraverso le fotografie.

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