Il seminario dei nobili in via Nilo (Real Monte Manso di Scala).



Le giornate FAI di primavera sono un'ottima occasione per visitare luoghi tradizionalmente poco noti e non sempre accessibili. Quest'anno, per la prima volta, nel giro dei monumenti aperti a Napoli in occasione delle giornate FAI è entrato anche il palazzo sito in via Nilo 34: il real monte Manso di Scala, noto anche come "seminario dei nobili".  Tale denominazione è legata all'uso che GiovanBattista Manso, fra i fondatori del pio monte della Misericordia,  destinò al Real Monte Manso di Scala, ovvero quello di educare i figli dei nobili.  Il palazzo nella sua attuale architettura presenta uno dei cortili più ampi del centro storico di Napoli.

All'interno del palazzo, dalla scala sulla sinistra, si accede alla cappella dell'Immacolata Concezione, sita al terzo piano, grande quasi quanto una chiesa. La cappella del XVIII secolo presenta due aspetti particolari: l'essere al terzo piano di un palazzo ed essere esattamente al di sopra della cappella di Sansevero.  Da notare il bell'altare ligneo con le statue e la grande tela di Francesco de Mura.
Alla cappella si accede attraverso un lungo corridoio con il soffitto ligneo con travi in vista, adornato con paramenti sacri e tele di san Leucio da un lato e con le fotografie che mostrano lo stato di degrado in cui versava il seminario dei nobili dopo il terremoto del 1980 (il corridoio era utilizzato come stenditoio, il pavimento maiolicato della cappella è andato perso...). 

 

La lapide in piperno di Fuorigrotta: controlli sanitari per chi veniva dal lago di Agnano


Un bel po' rovinata, quasi dimenticata (non da tutti in realtà), a Fuorigrotta lungo via Giulio Cesare, proprio dietro le nuove mura della scuola Silio Italico, vi è un'antica testimonianza della Napoli del XVIII secolo: una lapide in piperno datata 1789.   L'antica iscrizione fa riferimento ad un ordine di Ferdinando IV, che fece istituire in quel punto una specie di posto di blocco sanitario, dando mandato al tribunale generale della pubblica salute del regno delle Due Sicilie di fermare tutti i carri e simili utilizzati per trasportare dal lago di Agnano alla città lini e canapa macerati nelle acque palustri del lago che sarebbe stato prosciugato nel 1870 (zona ippodromo).  Chi non si fosse fermato per i controlli sanitari avrebbe rischiato due mesi di detenzione ed in caso di recidiva il sequestro e la perdita di carri, buoi e bestie da soma.  Il lago di Agnano, dalle acque basse e dalla fitta vegetazione palustre, era difatti una zona in cui proliferavano le zanzare portatrici di malaria.
Il monumento non si trova in buone condizioni. 

Il testo della lapide in piperno di Fuorigrotta:

Ferdinandus IV D.G.
Utriusq Siciliae rex
di sovrano comando
in questo luogo devono
fermarsi carri e le some
che fanno ritorno dalla
maturazione de canapi
e lini seguita nel lago
di Agnano
per gli controventori ha
stabilito il re d.g. la pena
di due mesi di carcere nella
prima volta e nella seconda
quella della perdita de li
carri bovi e some
Il tribunale generale della
pubblica salute per esecuzione
del sudetto real comando e 
per notixia di tutti ha fatto
incidere in marmo la presente
iscrizione Napoli da S. Lorenzo
li 23 luglio 1789
Il soprintendente e deputati
de li tribunali della generale salute
Filippo Mazzocchi
Mazzeo d'Afflitto di Rocca Gloriosa
Il principe di S. Agata
Giovan Battista Capuano
Orazio Capecelatro
Dottor Ottavio M. Buono
Dottor Ferdinando Farodi
Dottor Nicola Graziuso Consegr.


Una meraviglia fra archeologia e natura: l'area archeologica di Pausilypon con la grotta di Seiano, cala Trentaremi e la villa di Pollione

Baia di Trentaremi e Nisida, dall'area archeologica di Pausilypon

Il parco archeologico di Pausilypon è forse uno dei luoghi più belli e suggestivi di Napoli, da cui si può ammirare probabilmente il  più selvaggio panorama della costa partenopea.  
Il percorso archeologico-naturalistico è stato inaugurato solo da qualche anno e permette di godere delle bellezze del golfo di Napoli da un punto di vista privilegiato: quello del ricchissimo liberto romano assurto al rango equestre Publio Vedio Pollione, la cui crudeltà fu narrata da Seneca nel de Ira (era solito far divorare dalle grosse murene del suo allevamento gli schiavi di cui voleva disfarsi). 
A Pollione si deve il nome Posillipo che fu dato alla collina: Pausilypon, “sollievo dal dolore”.
Anche se è possibile effettuare visite libere, in determinati orari e su prenotazione, il consiglio è quello di prenotare una visita guidata, organizzata dal CSI Gaiola Onlus (Per informazioni, prenotazioni e visite guidate, CSI Gaiola Onlus - Area Marina Protetta Gaiola). 
 

Il primo impatto con il percorso è di quelli unici, dato che l'ingresso da via Coroglio porta subito alla grotta di Seiano, una galleria artificiale lunga 770 metri che fu commissionata a Lucio Cocceio (lo stesso progettista della crypta neapolitana e di altre grotte di collegamento simili) per collegare in maniera efficiente la villa di Publio Vedio Pollione alla piana di Bagnoli. Pochi anni dopo il prefetto di Tiberio, Seiano, ne commissionò un allargamento.  Nel corso dei secoli la grotta cadde in disuso e fu dimenticata. Riscoperta nel XIX secolo dai Borbone,  fu riaperta dopo numerosi interventi di restauro, che sono ancora oggi evidenti. Nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzata come rifiugio ed in uno dei tre cuniculi laterali costruiti per favorire l'illuminazione ed il ricambio d'aria della grotta si vedono ancora i segni di gabinetti alla turca abbozzati.  


Usciti dalla grotta, che nell'ultimo tratto assume la connotazione di grotta nel tufo, senza segni evidenti di interventi umani, sulla sinistra si nota subito una piccola necropoli, con un colombario ipogeo. Dopo aver percorso un breve viottolo privato, che dà accesso ad alcune ville private, si arriva alla piana che domina il promontorio di Trentaremi, con l'emozionante vista di quel che resta dell'enorme villa romana di età imperiale, che fu utilizzata anche da Augusto stesso. Facilmente riconoscibili il ristrutturato teatro, con emiciclo orientato a sud, anticamente in grado di ospitare fino a 2000 persone e dotato di una vasca perpendicolare alla cavea all'interno dell'area della scena.  Di fronte, orientato a nord, un odeion, spazio dedicato ad audizioni di poesia, retorica e concerti, con cavea a forma quadrangolare (fonte Beni Culturali Campania). Dell'edificio principale sono ancora visibili alcuni ambienti termali.
L' odeion ed il teatro della villa imperiale di Pollione a Pausilypon
Accanto al teatro, praticamente a picco sul mare, sono i ruderi di una villa in stile neoclassico, risalente al XIX secolo.
Ruderi di una palazzina in stile neoclassico costruita proprio accanto al teatro

il teatro romano così come appare oggi
Oltre all'archeologia ed ai paesaggi, c'è spazio anche per un breve percorso naturalistico, all'interno di un lecceto, che porta ad un belvedere da cui si può ammirare, dall'alto, l'isola la Gaiola, celebre isola che nel XX secolo è stata di proprietà prima di Gianni Agnelli e poi di Paul Getty.  Ovviamente quanto descritto è solo una parte del parco archeologico di Posillipo, di cui fa parte anche il parco sommerso di Gaiola e la cosiddetta villa degli Spiriti.

La Gaiola vista da Trentaremi

Queste fotografie verranno anche ripubblicate su fotografiareale.com

Il pavone fa la ruota ed attira le attenzioni di un canguro (wallaby)... allo zoo di Napoli

pavone fa la ruota davanti a due marsupiali (wallaby, simili a canguri)

Passeggiando per lo zoo di Napoli è possibile anche soffermarsi a guardare incontri particolari. E' il caso di un pavone che, facendo la proverbiale ruota, ha attirato l'attenzione di un piccolo canguro (più propriamente un wallaby, marsupiale di piccole dimensioni che non può essere classificato come canguro). Dopo aver visto un pavone maschio fare la ruota, il wallaby si è avvicinato alla coda di un altro pavone maschio per studiarla da vicino ed ha attirato le ire di una femmina di pavone, che prontamente ha scacciato il curioso marsupiale...

pavone fa la ruota allo zoo di Napoli

I wallaby, piccoli marsupiali simili a canguri, sono attirati dalla scena

Incuriosito, il marsupiale si avvicina alle penne del pavone

Ma attira le attenzioni di una femmina di pavone

Che caccia il wallaby lontano
Le fotografie scattate allo zoo di Napoli saranno ripresen anche su fotografiareale.com e e sul blog diaro napoletano
©2009-2016 Fabrizio Reale
I testi e le immagini pubblicati sul sito, salvo dove espressamente indicato, sono di proprietà dell'autore del blog. Tutti i diritti sono riservati.
E' vietato l'utilizzo delle fotografie pubblicate senza esplicita autorizzazione da parte dell'autore.
Per quanto riguarda i contenuti testuali, è possibile l'utilizzo per fini non commerciali a patto di citare correttamente il nome dell'autore e la fonte, con link al post utilizzato.
____
Il blog non rappresenta una testata giornalistica,
in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai
sensi della legge n°62 del 7/3/2001