Sant'Eligio Maggiore: la chiesa, l'arco, gli affreschi, il chiostro


La chiesa di Sant'Eligio Maggiore (1270) è stata la prima chiesa eretta dagli angioini in città, in prossimità del campo del morocino (l'attuale piazza mercato), a poca distanza dal luogo dove due anni prima era stato decapitato l'ultimo Hohenstaufen, Corradino di Svevia.  Sant'Eligio rappresenta un esempio di gotico francese a Napoli, attualmente nuovamente visibile dopo che il degrado, i danni della Seconda Guerra Mondiale (fra bombardamenti ed esplosione della Caterina Costa) ed il necessario restauro hanno eliminato le sovrastrutture e gli stucchi posti nel corso dei secoli.  L'accesso attuale è attraverso un arco strombato con decorazioni tipiche del gotico francese del XIII secolo, proprio accanto l'arco e l'orologio (XVI secolo) celebri anche per alcune leggende. 
Sul sito di Nartea sono disponibili diverse informazioni di grande interesse riguardanti la storia e l'architettura della chiesa. Di sicuro, muovendosi all'interno delle tre navate originali e della quarta, originariamente parte dell'ospedale adiacente ed inglobata nel corso del XVI secolo, è possibile ammirare le forme gotiche e cercare spezzoni e frammenti di antichi affreschi.  In particolare, alzando lo sguardo sulle volte della quarta navata è possibile notare resti di affreschi del 1300, mentre appena si entra sulla destra è possibile notare in alto quel che resta di una crocifissione (la data di realizzazione è ben visibile, il 1478) e su una colonna un frammento del XIV secolo rappresentante un santo vesovo.  Accanto alla chiesa vi è anche un chiostro, visitabile attraverso una porta d'accesso sia dall'interno della chiesa che dall'esterno.






Napoli, il palazzo dell'Intendenza di Finanza, degli Uffici Finanziari e dell'Avvocatura di Stato (XX secolo)


Affacciandosi da via Toledo in via Francesco Baracca si apre una delle viste migliori del  Palazzo dell'Intendenza di Finanza, degli Uffici Finanziari e dell'Avvocatura di Stato, realizzato fra il 1933 ed il 1937 su progetto di Marcello Canino. Si tratta di uno dei tanti palazzi di architettura monumentalista tipica dell'architettura dell'epoca fascista realizzati al posto del rione Carità durante il ventennio.  Da notare come la pavimentazione di via Baracca riprenda i motivi della facciata laterale del palazzo. 

Napoli da Molosiglio


Napoli e il suo mare... la città vista dalla scogliera di molosiglio. A dominare ovviamente la scena l'enorme profilo di palazzo reale, con i due lati (piazza Plebiscito e cavalli di bronzo) in ristrutturazione.

Portone in piperno, borgo Orefici


Scampato al Risanamento, anche se ridotto nelle dimensioni, in una stradina laterale dietro piazzetta Orefici è possibile ammirare un bel portone in piperno, decorato con motivi floreali ed un volto che sembra quasi mostruoso.  Non sono riuscito a ricostruire la storia di questo portone, magari qualcuno riuscirà ad aggiornarmi in merito.  Pur passando spesso in zona Orefici, l'ho potuto notare solo dopo che Orlando Catalano, uno degli amministratori del gruppo facebook Conosciamo Napoli (nonché del neonato blog)  e la Campania (insieme a Peppe Guida ed altri)


La fontana della Maruzza (XVI secolo) dopo il restauro


La fontana della maruzza come appare dopo il restauro: nuovamente funzionante e con i marmi ripuliti dallo sporco accumulatosi in decenni di incuria.  La fontana si trova in via Marina ed è sempre stata accanto alla coeva chiesa di Santa Maria di Porto Salvo. In origine si trovava sullo stesso livello della chiesa ma poi, durante i lavori del Risanamento, fu portata al livello della strada. Va ricordato che fino a un centinaio di anni fa in quella zona c'era un piccolo porto, noto in epoche remote come mar ad Arcina, che nel corso dei secoli e fino ai primi del 'Novecento sarebbe diventato un "mandracchio". Guardando qualche stampa storica, come quelle presenti sul sito del comune di Napoli, si nota come la maruzza abbia perso le due antenne in tempi lontani...
Fotografie in parte già pubblicate su diarionapoletano.


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