Una meraviglia fra archeologia e natura: l'area archeologica di Pausilypon con la grotta di Seiano, cala Trentaremi e la villa di Pollione

Baia di Trentaremi e Nisida, dall'area archeologica di Pausilypon

Il parco archeologico di Pausilypon è forse uno dei luoghi più belli e suggestivi di Napoli, da cui si può ammirare probabilmente il  più selvaggio panorama della costa partenopea.  
Il percorso archeologico-naturalistico è stato inaugurato solo da qualche anno e permette di godere delle bellezze del golfo di Napoli da un punto di vista privilegiato: quello del ricchissimo liberto romano assurto al rango equestre Publio Vedio Pollione, la cui crudeltà fu narrata da Seneca nel de Ira (era solito far divorare dalle grosse murene del suo allevamento gli schiavi di cui voleva disfarsi). 
A Pollione si deve il nome Posillipo che fu dato alla collina: Pausilypon, “sollievo dal dolore”.
Anche se è possibile effettuare visite libere, in determinati orari e su prenotazione, il consiglio è quello di prenotare una visita guidata, organizzata dal CSI Gaiola Onlus (Per informazioni, prenotazioni e visite guidate, CSI Gaiola Onlus - Area Marina Protetta Gaiola). 
 

Il primo impatto con il percorso è di quelli unici, dato che l'ingresso da via Coroglio porta subito alla grotta di Seiano, una galleria artificiale lunga 770 metri che fu commissionata a Lucio Cocceio (lo stesso progettista della crypta neapolitana e di altre grotte di collegamento simili) per collegare in maniera efficiente la villa di Publio Vedio Pollione alla piana di Bagnoli. Pochi anni dopo il prefetto di Tiberio, Seiano, ne commissionò un allargamento.  Nel corso dei secoli la grotta cadde in disuso e fu dimenticata. Riscoperta nel XIX secolo dai Borbone,  fu riaperta dopo numerosi interventi di restauro, che sono ancora oggi evidenti. Nel corso della seconda guerra mondiale fu utilizzata come rifiugio ed in uno dei tre cuniculi laterali costruiti per favorire l'illuminazione ed il ricambio d'aria della grotta si vedono ancora i segni di gabinetti alla turca abbozzati.  


Usciti dalla grotta, che nell'ultimo tratto assume la connotazione di grotta nel tufo, senza segni evidenti di interventi umani, sulla sinistra si nota subito una piccola necropoli, con un colombario ipogeo. Dopo aver percorso un breve viottolo privato, che dà accesso ad alcune ville private, si arriva alla piana che domina il promontorio di Trentaremi, con l'emozionante vista di quel che resta dell'enorme villa romana di età imperiale, che fu utilizzata anche da Augusto stesso. Facilmente riconoscibili il ristrutturato teatro, con emiciclo orientato a sud, anticamente in grado di ospitare fino a 2000 persone e dotato di una vasca perpendicolare alla cavea all'interno dell'area della scena.  Di fronte, orientato a nord, un odeion, spazio dedicato ad audizioni di poesia, retorica e concerti, con cavea a forma quadrangolare (fonte Beni Culturali Campania). Dell'edificio principale sono ancora visibili alcuni ambienti termali.
L' odeion ed il teatro della villa imperiale di Pollione a Pausilypon
Accanto al teatro, praticamente a picco sul mare, sono i ruderi di una villa in stile neoclassico, risalente al XIX secolo.
Ruderi di una palazzina in stile neoclassico costruita proprio accanto al teatro

il teatro romano così come appare oggi
Oltre all'archeologia ed ai paesaggi, c'è spazio anche per un breve percorso naturalistico, all'interno di un lecceto, che porta ad un belvedere da cui si può ammirare, dall'alto, l'isola la Gaiola, celebre isola che nel XX secolo è stata di proprietà prima di Gianni Agnelli e poi di Paul Getty.  Ovviamente quanto descritto è solo una parte del parco archeologico di Posillipo, di cui fa parte anche il parco sommerso di Gaiola e la cosiddetta villa degli Spiriti.

La Gaiola vista da Trentaremi

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