Riflessi: collage di foto tratte da panoramio (contest CSP forum italiano)

Collage "Riflessi", contest CSP panoramio.com di Febbraio 2010




Come fatto in precedenza, con questo piccolo e semplice collage desidero complimentarmi con gli oltre 100 partecipanti al contest CSP del forum italiano di panoramio del mese di Febbraio 2010.  Il tema "riflessi", particolarmente adatto alle tematiche riguardanti l'essenza stessa di panoramio, ha fatto sì che in questo mese si sia raggiunto il massimo in termini sia di numero di immagini presentate che di numero di votanti. 
La classifica del contest.
La galleria delle foto presentate.
La pagina commenti del contest CSP.
Complimenti a tutti ed un grazie a quanti hanno votato la fotografia proposta dal sottoscritto, arrivata ottava. 

La Napoli di via Toledo dallo Spirito Santo a Piazza Trieste e Trento - percorso napoletano n.3

Itinerario napoletano n.3:
Via Toledo dallo Spirito Santo a Piazza Trieste e Trento
Una visita a Napoli non può prescindere da una passeggiata per via Toledo, conosciuta anche come via Roma, storicamente cuore pulsante di una città dalle mille anime e dai mille volti.  Via Toledo è una delle poche strade napoletane a riassumere le tante identità della città, essendo crocevia e punto di incontro di zone popolari come i quartieri Spagnoli e la Pignasecca e di quelle storicamente nobiliari come San Ferdinando e Santa Brigida.  Le pizzerie, le gelaterie, le pasticcerie storicamente più note si affacciano o lambiscono via Toledo, il Banco di Napoli ha qui la sua sede storica ed è ancora possibile imbattersi in negozi dalle insegne antiche.
Piazza Carità rinnovata (ottobre 2011)
 La passeggiata proposta attraversa le "due" via Roma, quella trafficata e mai del tutto ristrutturata, che parte da piazza Dante ed arriva fino all'incrocio con via Diaz, quest'ultima da anni ridotta a cantiere a causa degli interminabili lavori della metropolitana, e quella riportata anni orsono agli antichi splendori, zona pedonale dedicata allo struscio ed agli acquisti, che confluisce in piazza Trieste e Trento dopo aver incontrato via Santa Brigida, piazzetta Augusteo con la funicolare centrale, piazzetta Matilde Serao, la galleria Umberto I ed i tanti vicoli che formano quel dedalo di viuzze che sono i Quartieri Spagnoli, antico quartiere costruito dagli spagnoli per permettere l'alloggiamento delle proprie truppe di stanza a Napoli.
I tanti cantieri della metropolitana rendono difficoltoso accedere al punto di partenza del percorso, il luogo universalmente noto a Napoli come "Spirito Santo" , che in realtà si chiama piazzetta Sette Settembre, dominata dalla bella facciata del Palazzo Doria d'Angri, dal cui balcone principale si affacciò Giuseppe Garibaldi il 7 Settembre 1860 per annunciare l'annessione del Regno delle Due Sicilie al futuro Regno d'Italia. Lasciando sulla sinistra il palazzo e sulla destra la basilica dello Spirito Santo,  si imbocca via Roma/ via Toledo lasciandosi alle spalle il tratto finale della strada che porta in Piazza Dante. 
Dopo un paio di minuti di cammino si giunge ad un primo incrocio di vie: a destra si aprono via  Pasquale Scura, ideale prosecuzione di Spaccanapoli,  e via Forno Vecchio, che porterà direttamente nel mondo antico della Pignasecca, realtà unica nel panorama cittadino, un quartiere intero che di giorno diventa mercato, fra negozi, botteghe e banchi di frutta, verdura e pesci in strada. Di fronte, con ingresso dall'adiacente via Maddaloni, è il palazzo Carafa di Maddaloni, bell'esempio di architettura di fine 1500, con interventi di restauro effettuati a metà '600 dal Fanzago. Purtroppo, tale palazzo è quasi totalmente ricoperto da impalcature da anni e necessiterebbe di un completo restauro.
Proseguendo, sulla destra, è la chiesa di San Nicola alla Carità, alla cui realizzazione partecipò Cosimo Fanzago, famosissima nella città per il fatto che, in stanze sotterranee, ospita uno dei più bei presepi tradizionali.
Via Toledo all'altezza della sede del Banco di Napoli
Giunti in Piazza Carità,  attualmente Piazza Salvo D'Acquisto - in onore del carabiniere che, con il proprio martirio,  salvò decine di persone da morte certa - , un tempo sosta d'obbligo , sul lato destro della piazza, in corrispondenza con la fine di Via San Liborio e dietro il cantiere della Metropolitana, era alla gelateria "La Scimmia", tradizionale e antico laboratorio napoletano fra i più famosi, prutroppo oramai chiusa.  Fra Piazza Carità e l'incrocio con via Diaz c'è l'ultimo tratto di Via Toledo aperto al traffico, con negozi antichi come  Leonetti (giocattoli) e che si conclude con il bel palazzo Buono (a destra), ex location napoletana de "La Rinascente" -attualmente in ristrutturazione per destinazioni future - , ed il monumentale e granitico palazzo sede napoletana della Banca Nazionale del Lavoro. Fra un cantiere e l'altro ( qualora non si fosse capito il tratto della Metropolitana che dovrà unire piazza Dante con piazza Municipio, passando per via Toledo, ancora non è completato) sono da notare sia le ripide strade che portano ai Quartieri Spagnoli ed oltre, fin su a Corso Vittorio Emanuele, sia la facciata neoclassica della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Toledo, aperta al pubblico ma in ristrutturazione.  Dall'incrocio con via Diaz in poi la strada assume altra conformazione e diventa uno dei salotti della città, una ampia isola pedonale dedicata allo shopping ed allo struscio.
Per chi non sappia cosa è lo struscio, consiste nella classica passeggiata dei giorni di festa ( il termine in origine era legato al sabato santo) che si effettuava utilizzando l' "abito buono".  
Benvenuto nei Quartieri Spagnoli
Anche in questa parte di via Roma i palazzi sono legati alla storia della città e portano ancora, in buona parte, ricordo delle famiglie di appartenenza nel nome e nello stemma nobiliare.  L'esuberanza della Napoli dei quartieri spagnoli è bene evidenziata in fotografia.  In corrispondenza dell'incontro con via Ponte di Tappia, a ridosso dell' ex-Palazzo Motta, facilmente riconoscibile come struttura anni '50, troverete spesso un mercatino artigianale con diverse bancarelle.  Costeggiando la mole della sede del Banco di Napoli, ricostruita in epoca fascista in occasione dei 500 anni del banco, si giunge fino all'incrocio con la nobiliare via Santa Brigida, famosa per essere la strada in cui si trova il rinomato ristorante Ciro a Santa Brigida, accanto all'omonima chiesa. Sulla destra si trovano due antichi negozi napoletani:  Pintauro, luogo in cui si narra siano state inventate le sfogliatelle a fine '700,  che ancora oggi sforna centinaia di "ricce" e "frolle" per la delizia dei passanti, e Gaito, famosa oreficeria che fa parte del panorama di via Toledo da generazioni.
Via Toledo in orario di chiusura pom. dei negozi,
vista da Piazza Trieste e Trento
Poco più avanti altra sosta d'obbligo, a meno che non si sia già gustata una sfogliatella da Pintauro, in corrispondenza con Piazza Duca d'Aosta ( nota anche come piazzetta Augusteo), è nel bar-tavola calda L.U.I.S.E., sinonimo di rosticceria a Napoli da decenni. La piazzetta è dominata dalla funicolare Centrale, che porta fin su a Piazzetta Fuga al Vomero, e dal teatro Augusteo, uno dei principali teatri napoletani.   Poco oltre, sulla sinistra, è uno degli ingressi della Galleria Umberto I, gemella di quella milanese, realizzata a fine '800, attualmente dominata dai tanti negozi di abbigliamento della famiglia Barbaro.  In un angolo,  a sinistra dell'ingresso della galleria, c'è una piccola pasticceria in cui si realizzano ottimi babà.  Sempre sulla sinistra, appena dopo la galleria, c'è uno dei vari negozi di Gay-Odin, la cioccolateria per antonomasia in città. Una sosta per acquistare i celebri nudi o la cioccolata foresta è necessaria.  La passeggiata termina con  la fine di via Toledo, allorquando questa confluisce in Piazza Trieste e Trento e la visuale, per l'intero tragitto ristretta fra due fila di palazzi in massima parte secenteschi, si allarga dalla chiesa di San Ferdinando, al teatro San Carlo, fino al palazzo Reale ed a piazza Plebiscito, con al centro la famosa fontana del "carciofo", costruita sotto l'amministrazione Lauro, sede, come tante altre fontane monumentali cittadine, dei festeggiamenti dei successi calcistici della squadra locale e della nazionale.  Poco prima di giungere in piazza, sulla destra, in via De Cesare, c'è uno dei più rinomati locali dedicati alla cucina giapponese, il kukai.


Itinerario n.3 della guida di Napoli di laboratorionapoletano.com - ultima modifica il 28/11/2011

Giornata di pulizie in via Caracciolo...

Napoli, rifiuti tolti dal litorale, via Caracciolo, 24/02/2010

Oggi pomeriggio chi passava per Via Caracciolo si è trovato dinanzi ad alcuni cumuli di legni secchi e rifiuti vari, risultato di una evidentemente necessaria opera di bonifica del lembo di spiaggia che si trova fra la scogliera e la strada., dopo giorni di mare grosso e cattivo tempo.  Spero che chi di dovere abbia provveduto quanto prima a rimuovere tali cumuli, onde evitare che un'opera di pulizia possa essere da un turista di passaggio confusa con un ritorno del   problema rifiuti.  
Edit:  Ovviamente l'opera di pulizia è stata completata in breve tempo ed i rifiuti tolti alla sabbia ed al mare sono stati raccolti poco dopo lo scatto di questa fotografia.

Avatar - recensione e trama del film di J. Cameron

La scelta di recarsi a vedere Avatar, ennesimo successo planetario di James Cameron, oltre un mese dopo la data di uscita in Italia ha fatto sì che sia stato possibile trovare posti centrali in posizione ottima un giorno prima della visione, senza fare file interminabili o altro.   E' attualmente il film con maggior incasso nella storia della cinematografia mondiale, anche se in realtà una classifica maggiormente veritiera dovrebbe tener conto dei biglietti venduti e non dell'incasso, per ovvi motivi legati all'inflazione e per il fatto che un film in 3d "costa" allo spettatore in media il 30% in più rispetto ad uno classico. Il colossal ecologicamente corretto del regista di Titanic, costato quasi 300 milioni di dollari e che ne ha portato nelle casse della 20th Century Fox oltre 2 bilioni, stupisce sin dall'inizio per la perfetta e fantasiosa ambientazione.  La descrizione nei particolari più minuti della bellezza della fantomatica luna Pandora, realizzata attraverso una sapiente, costosa e validissima miscelazione fra immagini reali pescate in giro per il mondo ( le montagne sospese altro non sono che i monti Huangshan della bella e remota regione dell'  Anhui in Cina) e ricostruzioni fantascientifiche di fauna e flora di un immaginario mondo extraterrestre, con alcuni richiami indiretti a mostri famosi come quelli presenti in Aliens, è eccezionale e da sola vale il prezzo del biglietto.  Per quanto riguarda la trama,  questa riprende la solita, vecchia,  lotta fra gli yankee pionieri e coloni in cerca di miniere d'oro e gli autoctoni che a prima vista sembrano ignoranti ed arretrati ma che, solo dopo attento studio approfondito e solo agli occhi di pochi eletti, dimostrano di avere cultura e storia a tratti superiori di quelle degli invasori: che si sia su Pandora, alle pendici della Ayers Rock o sulle sponde del Colorado cambia ben poco... Avatar può essere visto come la trasposizione in un futuro non troppo lontano  dell' amore che ha Hollywood verso chi è stato strappato dalle proprie terre, da Balla coi Lupi in poi, passando per l'ultimo dei Mohicani o Braveheart.   Lo zoppicare della trama ed il fatto che sin dall'inizio si capisca che la storia prenderà il percorso di un prodotto ecologicamente corretto, sono ampiamente sopperiti dalla magnificenza degli effetti speciali, da quel senso di stupore che l'apparire di alcune regioni della luna può provocare nello spettatore, dall'abilità nell'indovinare alcuni punti di forza del film (la capacità di connettersi con tutti gli esseri viventi del pianeta) che da una parte lo rendono originale e  dall'altra permettono al regista di far uscire i protagonisti da vicoli troppo bui e ciechi, capovolgendo più di una volta l'andamento della narrazione per spingerlo verso la direzione voluta, altrimenti impossibile da prendere.
Il messaggio che Cameron vuole lanciare è semplice e chiaro: la Natura va salvaguardata e bisognerebbe tornare ad amarla ed a venerarla come facevano i padri dei nostri padri dei nostri padri, in quanto non siamo altro che una minima parte di un Tutto planetario che siamo soliti definire "ecosistema".  Anche se a prima vista l'uomo non è in "empatia" con la natura come i Na'vi con la loro dea Eywa, qualsiasi azione che compiamo porta indissolubilmente a modifiche anche catastrofiche... è la realtà e non serve immaginare di essere tutti connessi ad un albero della memoria per rendercene conto.

Di contorno agli effetti speciali, alle realizzazioni di computer-grafica ed alla presenza del 3D, ci sono gli attori: per quanto riguarda i protagonisti "ibridi", na'vi o avatar che siano, nel giudizio complessivo pesa il forte dubbio su quanto nella mimica e e nelle espressioni sia di reale e quanto di costruito. Sempre brava è Sigourney Weaver, che torna ad recitare per Cameron dopo il secondo e terzo Aliens. Credibili i due protagonisti cattivi, nei panni il primo - Stephen Lang- del più classico degli ottusi militari tanto cari alle produzioni USA, il secondo - il Giovanni Ribisi più volte visto in Friends -, altrettanto "solito" rappresentante senza scrupoli di una multinazionale.  Per quanto riguarda i protagonisti assoluti del film, la bella Zoe Saldana ed il nuovo idolo delle donne Sam Worthington, la loro intepretazione è discreta, ancorchè oscurata dalla bravura di chi ha creato i loro personaggi.  Il capo della tribù  Na'vi protagonista, Eytucan, è interpretato dal nativo americanoWes Studi, noto per aver interpretato - guarda caso - diversi ruoli di guerrieri in successi come Balla coi Lupi o L'ultimo dei Mohicani.
Da notare che in Italia l'uscita di Avatar ha portato con sè alcune polemiche riguardanti il fatto che esistono diverse, palesi, analogie fra li colossal americano ed un lungometraggio d'animazione realizzato in Italia nel 2001, dal titolo "Aida degli Alberi" (link ad articolo su focus con il confronto fra i fotogrammi).
Approfondimenti su wikipedia:
Il mondo di Pandora, fauna e flora
Trama completa
La popolazione autoctona dei Na'Vi
 
Adatto ai bambini sia per le tematiche affrontate, che per l'assenza di scene di sesso. Essendovi all'interno scene di guerra e morendo diversi dei protagonisti a causa della battaglia, è comunque bene che un eventuale pubblico "giovanissimo" sia abituato a tali film.  Per i bambini/ragazzini sconsiglierei la visione 3D in quanto, stante la durata del film - oltre due ore -, potrebbe stancare e creare senso di fastidio.

Visto al Martos Metropolitan, sala 6, in 3D.
Per l'occasione è stato sperimentato dal sottoscritto il servizio di prenotazione tramite SMS ( si invia un messaggio ad un numero di cellulare e si deve ritirare il biglietto prenotato entro TRENTA minuti dall'inizio della proiezione).  Il sistema va ancora tarato in quanto in due casi su due è stato inviato in risposta al messaggio, compilato correttamente, una conferma relativa a numeri di posti differenti da quanto richiesto.

Giudizio sintetico: @@@@@

Su blogger - blogspot arrivano le pagine statiche


Essendo ancora un blogger in erba mi sono accorto di questa strabiliante novità solamente oggi ed al momento sto testando, per quanto possibile, la nuova possibilità concessa agli utenti della piattaforma di blogging blogger/blogspot, che finalmente colma una lacuna che di fatto rendeva i blog su wordpress più appetibili: è possibile in maniera semplice ed intuitiva aggiungere le "PAGINE" statiche sul proprio blog.  Se fino a un mese fa l'impaginazione dei blog blogger era quella canonica ed un po' antiquata che prevedeva la presenza di una home page su cui venivano caricati tutti gli interventi in maniera dinamica, ovvero in ordine temporale, adesso è possibile aggiungere anche pagine statiche, grazie alle quali descrivere, ad esempio, le sezioni dei propri blog, creare una pagina "info" o una galleria fissa di immagini o contatti personali.  Le novità introdotte sono ben spiegate sul blog ufficiale di "blogger in draft", laddove il fatto che le novità siano ancora in fase di test è resto evidente dalla parola draft (bozza): collegandosi tramite draft.blogger.com invece del classico blogger.com si accede ad una versione ancora di prova, sia degli editor che dei layout.  La novità più evidente consiste nell'apparizione, nel menù POST, del comando "modifica pagine".   Come ben scritto accanto al tasto "nuova pagina", è possibile creare fino a dieci pagine statiche per il proprio blog, scegliendo come posizionare l'elenco delle pagine, se in orizzontale appena sotto il titolo o se come qualsiasi altro widget. L'editor delle pagine è lo stesso di quello dei post canonici, con l'unica differenza che manca la possibilità di aggiungere etichette. Il consiglio che do, dopo qualche prova, è quello di scegliere per bene sin  dall'inizio il nome da dare alla pagina, dato che l'indirizzo html della pagina prenderà il nome del primo titolo inserito all'atto della pubblicazione.

Napoli in inverno fra montagne innevate e cormorani sugli scogli - laboratorio fotografico

 
Napoli dalla spiaggia con neve su Vesuvio e Monte Faito - febbraio 2010
Fotografia panoramica ottenuta unendo due distinte immagini, senza alcun ausilio "tecnico": a prescindere dalla qualità del risultato "stitched", che non è dei migliori, penso che sia una bella descrizione di come appariva Napoli qualche giorno fa, con il Vesuvio ricoperto di neve, qualche spruzzo bianco sui monti lattari e sul Monte Faito.  Da notare che, per la seconda volta in un mese, sul lungomare partenopeo, in pieno centro cittadino, ieri pomeriggio due cormorani attendevano sugli scogli il momento opportuno per potersi buttare in acqua per pescare.

Cormorani in pieno centro di Napoli - Febbraio 2010

Cosa resta de l'Aquila a dieci mesi dal terremoto (video da youtube)

Non è facile descrivere cosa si prova a guardare le immagini che provengono da L'Aquila oggi, a oltre DIECI mesi dal terremoto che sconquassò il capoluogo di regione dell'Abruzzo e che causò un numero fin troppo elevato, paragonato alla forza devastante dell'evento sismico, di vittime. Per puro caso pochi minuti fa mi sono imbattuto in un blog (mis kappa è per la cronaca 47mo in classifica wikio) la cui autrice è aquilana e dal quale ho avuto accesso al video che condivido, qui come su facebook, riguardante una protesta tenutasi in centro storico dell'Aquila il giorno di San Valentino ad opera di alcuni cittadini, che, anche grazie al buon senso delle forze dell'ordine, sono riusciti a raggiungere per la prima volta dopo mesi il centro storico, fantasma di un centro abitato, laddove alla piazza si son sostituiti i cumuli di macerie alti anche diversi metri ed in cui si respira un'aria ancora intrisa di polvere.  E' assurdo, anche alla luce degli scandali che stanno distruggendo l'immagine di una Protezione Civile che fino a qualche giorno fa noi, ingenui, ritenevamo essere fra le più efficienti in Europa, immaginare che a DIECI mesi dal terremoto una parte consistente della popolazione sia ancora ospitata negli alberghi a decine di chilometri di distanza.  E' assurdo che i telegiornali non facciano girare ogni giorno queste immagini, a dimostrazione della LENTEZZA con cui procedono i lavori - al di là delle parole dei cittadini ripresi dalla videocamera soffermatevi a guardare le immagini sullo sfondo: finestre puntellate con travi di legno, tonnellate di macerie per la strada,  attrezzature per costruire impalcature ancora sigillate per terra - come è assurdo che ci sia chi si VANTA di come stia procedendo la ricostruzione post-terremoto.
La realtà è che l'Aquila che vediamo oggi è un cantiere con cumuli di macerie ovunque.

Libia e paradossi italiani

 
Tripoli vista dal mare - Ottobre 2007

Vista dal mare, Tripoli è una bella città piena di verde, a dispetto della sua collocazione geografica e del deserto che le fa da contorno, con diversi palazzi che ricordano l'architettura in auge nell'Italia anni '30 (per non dire del "ventennio") e l'aria di una capitale di una nazione che vuole dimostrare di essere ricca, quantomeno la più ricca del circondario.  Ho visitato la Libia per poche ore nell'ambito di una bella crociera in giro per il Mediterraneo centro-orientale, quel che ho visto pertanto è l'immagine di facciata che chi governa questo paese ha voluto e vuole dare agli europei: città pulite, forze di pubblica sicurezza funzionanti, discorsi delle guide abbastanza rassicuranti.  Il messaggio che il leader libico ci consegnò silenziosamente, nel passaggo per i viali della capitale, nel lungo tragitto verso Leptis Magna e durante l'intera visita dei secondi scavi più grandi di una città romana, era semplice, chiaro e sibillino: la Libia faceva un favore a noi europei dandoci la possibilità di visitare le loro meraviglie, a patto di accontentarli in tutto e per tutto e di sottostare a rigide, bizzarre e razziste leggi.  Nell' Ottobre 2007 era possibile sbarcare in Libia con documenti propri ed il visto a patto di lasciare a terra - a Malta, penultima meta del viaggio - cittadini italiani nati in Libia o persone che fossero state di recente (visto sul passaporto) in Israele.  Pochi mesi dopo i pruriti di chi governa quella nazione avrebbero portato ad obbligare chi volesse recarsi là a portar con sè una copia in arabo del proprio passaporto...  Gheddafi odia l'Italia, odia quel che noi abbiamo rappresentato per loro e, nonostante siano passati tanti anni e l'Italia sia passata da un regime con un monarca di facciata ad una democrazia parlamentare, non ci è ancora stato perdonato il fatto di aver invaso le terre libiche e di aver strappato i terreni agli autoctoni per regalarli ai nostri compatrioti ( per carità.... ha ragione...eravamo dominatori in terra straniera, probabilmente violenti e razzisti).   Gheddafi odia l'Italia a tal punto che accanto alle meraviglie di Leptis Magna, allo splendore di una metropoli di 2000 anni fa tolta alle sabbie dagli italiani, nel museo annesso agli enormi scavi, oltre alla gigantografia in formato 10x4 (metri) del dittatore libico, accanto ai marmi ed ai reperti più delicati, c'era ed immagino ci sia ancora oggi una bella sezione del museo dedicata a come gli italiani furono cacciati.  Gheddafi odia l'Italia a tal punto che quando, capo di governo in visita su territorio straniero, venne l'ultima volta in Italia, oltre a piazzare l'amata tenda in piena Città eterna, appese al proprio bavero la fotografia dell'eroe che contribuì a cacciare l'invasore italiano e portò sempre con sè il figlio di costui.  Eppure... allorquando decide di chiudere le frontiere con tutti i cittadini dell'Europa di Schengen perchè la Svizzera, da poco entrata in Schengen, ha avuto l'ardire di vietare l'ingresso a poco meno di 200 cittadini libici in quanto  (immagino) fortemente indiziati di crimini, oltre che a un paio di loro accusati di molestie in territorio svizzero,  l'Italia invece di seguire la scia (anche se nelle ultime ore fortunatamente si sta riallineando) di tutte le altre forze europee e di protestare contro il leader libico che ha bloccato in Libia migliaia di persone, di cui decine di Italiani ed ha chiuso le frontiere a circa 400 milioni di persone, ha chiesto chiarimenti alla Svizzera per aver vietato l'ingresso alla famiglia Gheddafi ed altri potenti del paese.... 
no comment...

Il concerto - recensione e trama del film

 
locandina del film
Il Concerto, uscito in Italia il 5 febbraio,  in programmazione a Napoli in sole due sale,  è forse una delle sorprese di questo inizio 2010, rientrando in quella nicchia dei racconti che hanno il doppio pregio di far divertire e commuovere il pubblico, coinvolgendolo per l'intera durata della pellicola, senza mai farlo annoiare. Probabilmente si tratta del miglior film visto dal sottoscritto negli ultimi mesi. Il regista rumeno Radu Mihaileanu riesce ad affrontare una tematica difficile come quella legata alle deportazioni nei campi di confino ed alle condizioni di ebrei e gitani nella Unione Sovietica di Breznev, ovvero dell'ultima Russia pre-Gorbaciov, con una delicatezza tale da rendere la tristezza solo un contorno. L'amore e la passione per la Musica sono il tema principale, tenue filo di unione che unisce ancora, a trenta anni dalla propria disfatta, quasi cinquanta uomini, ridotti, da grandi musicisti che erano, a svolgere i lavori più umili a causa dell'ostracismo imposto dal regime.  Il protagonista principale, Andrei Filipov, interpretato da Alexei Gouskov, appare nella scena iniziale mentre ascolta le prove dell'orchestra, dagli spalti, con una scopa in mano ed il carrello dei rifiuti, divenuto l'addetto alle pulizie del teatro che un tempo riempiva per essere andato contro le rigide regole impostegli, non volendo licenziare dalla propria orchestra i tanti musicisti ebrei. Riuscirà con diversi espedienti e un po' di fortuna a riprendere le bacchette in mano ed a tornare agli allori di un tempo.
Di seguto è svelata parte della trama
Un fax, un semplice fax, un invito da parte del teatro le Chatelet inviato all'orchestra del Teatro Bolshoi  di Mosca, cambierà la vita di quest'uomo e lo porterà a ricomporre in sole due settimane la propria orchestra, cercando uomini scomparsi da decenni e che da anni non avevano più potuto metter piede in un teatro, trattati come nemici del regime e reietti. Fra un giro su una sgangherata ambulanza, una danza gitana,  un matrimonio  in stile "antico impero romano" di un mafioso russo e qualche ricerca in ambienti più o meno curiosi, la prima parte del film, corrispondente all'incirca alla prima ora, è un susseguirsi di incontri che portano lo spettatore a ridere grazie ad attimi di comicità pura ancor prima che a riflettere.  Diverso è il taglio e l'impronta che il regista ha voluto dare alla seconda parte del film, in quanto, una volta riunito il gruppo, riaffiorano anche quei sentimenti da troppo tempo sopiti, nascosti dietro una bottiglia di vodka o in uno scatolo della soffitta. Malinconia ed emozioni sovrastano gli aspetti leggeri e gli spunti di riflessione su una realtà quasi mai trattata al cinema, ovvero di come venivano esclusi dalla società o nei casi peggiori inviati nei gulag (o a "svernare" in Siberia quando questi non esistevano più) quanti erano considerati avversi al regime, per etnia, religione o cultura, sono molteplici.
Dall'arrivo a Parigi in poi  il ritmo diventa  infatti meno frenetico, meno repentino ed il compito di alleggerire le scene resta nelle mani dell'impresario ed ex nemico del protagonista, presente per cercare di recuperare un ricordo del passato, quello dei fasti dell'internazionale comunista e di distruggerne un altro, quello del giorno in cui fermò l'orchestra di Filipov e, davanti al teatro pieno, spezzò le bacchette al direttore.  La memoria dei colleghi ed amici morti  e la condizione degli attuali, incapaci a prima vista di riprendere lo strumento in mano, naturalmente comici nella loro goffaggine,  confluiscono e si annullano nella figura di Anne-Marie Jacquet, eterea e perfetta violinista solista, legata inconsapevolmente al destino ed alla vita di tutti gli altri sin dall propria nascita.  Il finale, sulle note del Concerto per orchestra e violino di Tchaikovsky, svelerà alla protagonista il proprio passato e riconsegnerà al maestro ed alla sua apparentemente sgangherata compagnia un giusto presente ed un inimmaginabile futuro.
Se il protagonista, nel ricomporre la propria orchestra in giro per Mosca è alla ricerca dell'armonia e della perfezione, anche lo spettatore è preso completamente dal film, da questa ricerca dei singoli elementi, che a prima vista difficilmente potranno andare a creare qualcosa che si avvicini solamente ad un'opera corale, ma che pian piano si amalgamano fra loro fino a creare un unico, emozionante, corpo - d'orchestra- nelle scene finali.  Ottima è l'interpretazione della brava Melanie Laurent, vista pochi mesi fa in Bastardi senza Gloria, capaci e validi sono i tanti caratteristi che compongono l'orchestra, ognuno dei quali ha una parte più o meno comprimaria durante le due ore di durata della pellicola.  Il film ha ricevuto sei nomination ai premi Cezar, gli Oscar francesi


Giudizio sintetico: @@@@@

Sono assenti scene di violenza e di sesso, non c'è traccia di turpiloquio, ma, per le tematiche trattate, che presuppongono la conoscenza di alcuni capitoli della storia, il film non è consigliato per i bambini, anche se non vi sono motivi tali da considerarlo non adatto.

Visto al cinema Filangieri, sala 1, alle 16.10, orario in cui non è prevista la assegnazione automatica dei posti. Sala grande, posti comodi, schermo grande ed audio buono.

Il trailer

Il Vesuvio ricoperto di neve e Castel dell'Ovo - laboratorio fotografico

Neve sul Vesuvio - 12 Febbraio 2010

Oggi è stato uno dei giorni più freddi dell'anno, è nevicato in mezza Italia, persino a Roma ed è caduto qualche fiocco anche in alcune zone collinari di Napoli. Al rientro a casa il Vesuvio si presentava come in fotografia, totalmente ricoperto da una fitta coltre di neve. Come visibile in un'altra immagine, anche i monti lattari ed il monte Faito, evento abbastanza raro, erano imbiancati. Buon fine settimana a quanti si trovano a passare di qua.

Napoli, le navi da crociera ed il ritorno del turismo in città

Napoli vista dal mare - Ottobre 2007

Chi passa per Piazza Municipio ogni giorno noterà che, da almeno tre anni, sono diverse le compagnie di navigazione di rilevanza internazionale che hanno scelto Napoli come meta fissa e porto prediletto, punto di partenza per un numero notevole di escursioni per i propri passeggeri. Dal lunedì alla domenica, da febbraio a novembre, sono decine le navi da crociera di ogni dimensione che sostano accanto ai pontili della Stazione Marittima o sui moli dei vicini varchi. Oltre alla napoletana MSC Crociere, che ha sede in via De Pretis, cuore a Piano di Sorrento e capitali in Svizzera, di proprietà della famiglia Aponte, sono oramai abitudinarie anche le navi da crociera della Costa Crociere, della Carnival, della Princess Cruise, della Tui, della norvegese NCL, della AIDA.de dalle navi semprecolorate, oltre a diverse compagnie di navigazione di minore importanza. E' incredibile notare come in alcuni giorni, come nei lunedì di primavera/estate, siano quattro o cinque i grandi alberghi galleggianti che da mane a sera sbarcano una enormità di turisti,  alcuni posizionati, come talvolta accade alla enorme Grand Princess,  in diagonale rispetto al molo, per non bloccare l'accesso ai traghetti di Porta di Massa.  Nonostante il turismo delle crociere sia poco redditizio per alberghi e ristoranti, che possono al massimo approfittare dei soggiorni pre partenza di chi sceglie di imbarcarsi a Napoli, è  indubbio che il ritorno economico sia notevole sia per le tante botteghe e negozi che si trovano a Spaccanapoli, meta prediletta insieme alle perle Pompei, Capri e Sorrento, sia perchè appare evidente che chi passa per una sola giornata nel golfo di Napoli sia poi attratto, dopo aver apprezzato le bellezze del posto, e possa scegliere il capoluogo partenopeo o una delle tante località turistiche in provincia per vacanze più lunghe. E' evidente infatti che negli ultimi anni si sia ridestato l'interesse turistico nei confronti di Napoli, al di là dei problemi legati alla crisi economica ed all'euro forte e che siano in molti a voler investire sul capoluogo partenopeo, come dimostrano i tanti alberghi a quattro e cinque stelle inaugurati da poco ( oltre al famoso hotel Romeo c'è anche l' H2C ad esempio) e le diverse strutture alberghiere in pieno centro (in via Monteoliveto o in corso Umberto I di fronte alla università ad esempio) in fase di ultimazione.

 Santorini, vista della caldera con navi da crociera - Agosto 2007
Delle quattro navi da crociera presenti, tre appartenevano al tour che passava per Napoli

gabbiani - laboratorio fotografico e letterario

gabbiano comune in livrea invernale - Via Caracciolo, Napoli, Gennaio 2010

 gabbiano comune - via Caracciolo, Napoli - Febbraio 2010

Vorrei scrivere qualcosa sui gabbiani,
poche righe,
all'interno delle quali racchiudere
tutti i sentimenti e le emozioni che
la vista di questi incredibili animali fa scaturire.
Vorrei descrivere con parole semplici e chiare 
quell'incedere maestoso sui tetti delle case sul mare.
Vorrei poter riportare in un verso o due
la forza ed il coraggio di chi domina le avversità
  come se nulla fosse.
Vorrei ma non posso:
non so descrivere tali emozioni nè la forza di tali animali...
l'unica cosa che posso fare è lasciar che le immagini parlino da sole,
che possano testimoniarne 
la magia di chi, indomito, con classe ed armonia non comuni, 
sfida  i marosi e le tempeste,
la rapidità nel lanciarsi sulla preda in mezzo al mare,
la calma di chi attende paziente ed immobile il momento opportuno,
lo spettacolo di una moltitudine in volo che insegue l'agognato pasto a bordo di un peschereccio.

Carnevale in gondola (Venezia) - laboratorio fotografico

In gondola a Carnevale - Venezia, Febbraio 2009

Ci attendono ancora diversi giorni in pieno clima carnevalesco. Ne approfitto per aggiungere qualche fotografia a tema nella sezione laboratorio fotografico, in aggiunta alle maschere già presentate qualche giorno fa ed alla galleria pubblicata sul blog mesi orsono.  Cosa c'è di più caratteristico e romantico che fare un giro in gondola a Venezia indossando maschere di carnevale il giorno di San Valentino?
Probabilmente nulla che mi venga in mente in questo momento... 

Pulcinella di strada ed il Pulcinella di Eduardo

Pulcinella in via B. Croce - Dicembre 2009

Pulcinella è immortale, anima e cuore di una città e del suo popolo.
Non è solo una maschera da indossare a carnevale, ma è uno dei simboli della napoletanità. 



Video tratto da "Ferdinando I Re di Napoli" con un Eduardo de Filippo che magistralmente interpreta la figura di un Pulcinella giacobino e rivoluzionario che inneggia alla costituzione e prende in giro le manie ed i comportamenti della classe regnante.

Amici di Telethon e beneficenza non solo nei giorni stabiliti

Il calendario è stracolmo di giornate per la ricerca, di giornate contro un male, di weekend ed ore per la vita e, si sa, gli italiani sono sempre propensi a donare alle associazioni benefiche e no profit in quei determinati giorni, così come sono molto attenti a far qualcosa per aiutare le popolazioni che soffrono allorquando accadono grandi cataclismi.  L'altra faccia della medaglia è che, terminato l'effetto mediatico di eventi benefici e di catastrofi, sui giornali italiani, siano essi on line o cartacei, scompaiono del tutto le informazioni ad essi relativi.   Ad un mese dalla catastrofe di Haiti  in troppi hanno dimenticato ed è il caso di ricordare che ogni tanto inviare  un sms al 48541 non  è sbagliato e che AGIRE è sempre in prima linea per fronteggiare l'emergenza in quella nazione distrutta da un terremoto.  Al contempo la ricerca sulle malattie genetiche sostenuta da TELETHON non si ferma mai e non è immaginabile che le donazioni debbano essere fatte solamente durante la famosa maratona televisiva di DUE GIORNI.  Pertanto, da oggi e per un periodo di tempo indefinito, verrà riproposto il banner sulla destra con la possibilità di donare con pochi semplici passaggi anche pochi euro a sostegno della ricerca sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche. Il laboratorio napoletano infatti è fra i "siti amici" di Telethon ed il sottoscritto, ovviamente, ha sempre a cuore tutte le tematiche inerenti la ricerca, sia essa indirizzata verso il miglioramento della qualità di vita, la riduzione delle emissioni inquinanti o la lotta contro le malattie. Qualora decidiate di donare pochi euro in favore di Telethon da questo blog, noterete che il counter delle donazioni all'istante vedrà l'importo incrementarsi.

clochard a Napoli

 
la dimora di un senza fissa dimora
Napoli - febbraio 2010

Il rapporto fra i senza fissa dimora e la città che li ospita per un determinato lasso di tempo è sempre controverso, difficile e particolare. Non è raro incontrare "clochard" o "barboni" per le vie della città, intenti a chiedere l'elemosina o a cercare fra i rifiuti da noi buttati oggetti utili per il proprio sostentamento. In alcune zone della città, come accade un po' ovunque nel mondo,  è frequente imbattersi in abitazioni di fortuna, una sorta di dimore dei senza fissa dimora, costruite da cartoni, materassi e coperte, aggregati in maniera apparentemente confusa con il solo scopo di offrire contemporaneamente un giaciglio caldo ed in qualche modo sicuro, che possa garantire, anche a loro, un minimo di privacy.  Fra i posti "eletti" da questi uomini senza frontiere e senza nazionalità, che per scelta o necessità hanno intrapreso questo stile di vita, da oltre quindici anni va annoverata la "Posta Centrale". Nel corso degli anni un numero imprecisato di quelli che romanticamente vengono definiti con il francesismo "clochard", si sono alternati prima sotto il bel porticato antico, prolungamento del Chiostro di "via del Chiostro" (classico esempio di fantasia nella toponomastica) e poi, una volta sigillato questo da orride cancellate, in alternanza sotto gli ampi finestroni del piano terra degli uffici. Scrivo in alternanza perchè quelli delle Poste, nel corso di un paio di lustri almeno, hanno provato periodicamente a "ripulire" la zona, una volta provando con cancellate, un'altra decidendosi a riaprire spazi al pubblico chiusi da decenni, un'altra ancora con fioriere...eppure ogni volta qualcuno, sia costui italiano o mitteleuropeo, andava ad installare le proprie "cose" là sotto.   Quanto riportato in foto non è nulla, giusto un giaciglio con qualche coperta, un paio di sedie, un cartone  e l'immancabile bottiglia, nel corso degli anni il sottoscritto più volte ha visto nascere, crescere e poi essere puntualmente dopo un po' demolite dai pompieri, strutture in cartone tanto grandi da poter ospitare diverse persone per una notte. 
Il cittadino che passa per via Monteoliveto è, al di là di ogni falso sentimentalismo o moralismo, pervaso da sensazioni fortemente contrastanti fra loro: si alternano infatti la compassione e la rabbia, sia per lo stato di propri simili, troppo spesso abbrutiti dall'alcool e violenti nei confronti degli innocenti cani che portano con sè, sia per le condizioni igienico-sanitarie in cui si trovano a vivere, che di fatto vengono estese anche a chi frequenta le stesse zone.  E' infatti evidente e vero che ci siano esempi di clochard che amano i propri animali e che evitano di arrecare fastidio ai passanti, vivendo in discreta armonia con le realtà sociali che hanno deciso di sfiorare nella loro vita nomade, così come ci sono esempi di persone che aggrediscono i propri vicini, siano essi altri clochard o passanti, e che picchiano selvaggiamente i cani che vivono con loro.  Troppo spesso in passato si è assistito a scene di violenza fra clochard o nei confronti di senza fissa dimora da parte di gruppi di estrema destra o di sbandati... accanto ai normali servizi di assistenza offerti da diverse associazioni noprofit, laiche o religiose, (link alla guida "DOVE mangiare, dormire, lavarsi della Comunità di Sant'Egidio), sarebbe opportuno che le autorità incrementassero la vigilanza ed il controllo proprio nelle zone dove abitualmente tali persone posizionano i loro giacigli, per garantire a loro ed a chi, volente o nolente, viene con loro in contatto,  una vita in condizioni igienico - sanitarie valide, sicura, senza che vi siano rischi di incendi nè di scene di violenza.  Basterebbe che le zone da loro occupate fossero con cadenza settimanale lavate, pulite e disinfettate e che ci fosse un controllo costante, di notte come di giorno, delle zone più pericolose, per evitare che situazioni al limite possano degenerare, nel rispetto delle scelte di vita di tutti, sia di chi ha scelto una vita nomade (è un proprio diritto), che di chi ha scelto una vita stanziale.

La privacy e le foto sui giornali

 
 a passeggio nelle domeniche a piedi - Novembre 2008
fotografia (all'autore) pubblicata sul Mattino il 18/11/08 e il 06/02/10

Non so per quale arcano motivo ma da qualche tempo per il quotidiano "Il Mattino" ( il più grande quotidiano del Sud, non un giornaletto da nulla) associa il concetto di "Domenica a piedi" a Napoli alla fotografia del sottoscritto, in felpa, mentre, in compagnia della propria consorte, spinge un passeggino gemellare davanti al Maschio Angiono.  La fotografia, scattata a mia insaputa,  pubblicata nel novembre 2008 una prima volta,  è stata riproposta stamattina. A prescindere dalla curiosità legata al ritrovarsi su un quotidiano, quel che non capisco è come sia possibile, in un'Italia terrorizzata dal concetto di privacy, che l'immagine di un privato cittadino possa apparire due volte su un quotidiano nazionale senza che costui abbia firmato alcuna liberatoria od alcuna autorizzazione all'utilizzo di una fotografia scattata senza il proprio consenso.    Il dubbio è che troppo spesso vengano utilizzate informazioni od addirittura immagini personali senza che i diretti interessati ne siano a conoscenza.  Fortunatamente quella fotografia per il sottoscritto costituisce semplicemente una "curiosità", qualcosa da ritagliare e da far vedere ai propri figli quando saranno un po' più grandi,  fa però paura - non trovo altri termini - il pensiero che chiunque di noi possa ritrovare scene della propria vita  sbattute sulle pagine dei giornali senza esserne a conoscenza. 

Carnevale a Venezia - laboratorio fotografico

Maschere a Venezia - Carnevale 2009

Domani, come ogni anno, verrà inaugurato il carnevale di Venezia, il più bello e raffinato carnevale al mondo.
Senza commenti inutili, riporto di seguito alcuni fra gli scatti più significativi fatti l'anno scorso, di questi tempi, passeggiando per piazze e calli della laguna veneziana.  Ricordo a quanti si trovassero a passare di qua alla ricerca di informazioni riguardanti gli spettacoli e gli eventi del carnevale veneziano, che sul sito ufficiale sono riportati date e orari di tutte le manifestazioni, sia quelle itineranti che quelle localizzate in predeterminate zone della città.

Contest su Panoramio di Febbraio ( RIFLESSI )

Come già fatto in passato,  ecco una slideshow delle immagini presentate per il contest CSP di panoramio di Febbraio, dal tema, evidente dalle fotografie, "REFLECTIONS - RIFLESSI".
Ricordo che è possibile partecipare pubblicando immagini entro il 16 Febbraio e che sarà possibile votare dal giorno 17 al giorno 24. (Come al solito robstamp metterà a disposizione il tool per votare sul proprio sito). In bocca al lupo a tutti i partecipanti al contest.
PS il copyright di tutte le immagini appartiene agli autori delle foto in gara.

Cormorani a Via Caracciolo (Napoli)

Coppia di cormorani sugli scogli di via Caracciolo - Napoli (febbraio 2010)

La fotografia non è granchè, d'altronde questi due splendidi esemplari erano lontani, controluce ed in posizione tale da essere visibili solo in alcuni punti di via Caracciolo.  Mi son fermato qualche minuto ad ammirarne la bellezza e la capacità di immergersi completamente in acqua.  Pubblico l' immagine per testimoniare la presenza di  questi uccelli marini nel golfo di Napoli in un determinato periodo dell'anno e per far riflettere su come potrebbe essere il lungomare partenopeo qualora fossimo davvero in grado di gestirlo in maniera adeguata, mantenendo sempre pulite le piccole spiagge e le scogliere, evitando che le imbarcazioni possano sversare liquami in prossimità della costa e controllando che vengano chiusi tutti gli scarichi abusivi che puntualmente ogni anno salgono alle cronache a inizio stagione balneare.  Mi riprometto di editare questo testo qualora riesca a trovare in rete documenti riguardanti la presenza, durante i flussi migratori, di cormorani in piena città. Nel frattempo propongo la lettura di un documento presente sul sito del "gruppo naturalistico Isola di Vivara" relativo alla localizzazione dei dormitori dei cormorani in Campania.  Probabilmente la coppia da me fotografata appartiene ai gruppi soliti rifugiarsi a Nisida.

Il lungomare di Napoli ( percorsi napoletani n.2)

Il vesuvio innevato al crepuscolo da via Nazario Sauro 
Napoli e il suo mare hanno un legame indiscindibile che può essere bene ammirato ed apprezzato solamente attraverso una lunga passeggiata, che costituisce il secondo percorso napoletano proposto su questo blog. 
Se ad inizio gennaio 2010 è stato pubblicato un itinerario fra i vicoli della Napoli rinascimentale e barocca, quello attualmente suggerito, lungo oltre 3 km, attraversa le strade più ampie e di maggior respiro dell'intera città.
  Essendo il lungomare partenopeo abbastanza trafficato, il consiglio è quello di camminare - a meno che non si voglia utilizzare una bicicletta come mezzo di locomozione - per Via Nazario Sauro, via Partenope e via Caracciolo di sabato mattina o nei giorni festivi.  Per rendere maggiormente piacevole la passeggiata, conviene percorrere il lungomare da est verso ovest, in modo tale da non incontrare mai parti in leggera salita. Lungo il percorso verranno suggerite deviazioni il cui scopo sarà quello di visitare luoghi caratteristici, ville o semplicemente gustare tipici  sapori partenopei.
Il percorso inizia in via Nazario Sauro, qualche metro sopra il circolo Canottieri, all'incrocio con la strada che viene da Piazza Plebiscito e la discesa che porta in via Acton.
In tal modo, con a destra i bei palazzi di via Generale Orsini, è possibile godere di uno dei più bei panorami del Vesuvio disponibili e, nelle giornate particolarmente terse, è facile distinguere le tante - troppe - abitazioni costruite alle pendici del vulcano.   Durante la passeggiata incontrete numerosi chioschetti nati anni fa per la vendita dei taralli: oramai sono poco più che punti di ristoro (acqua e snack) per quanti camminano o corrono sul lungomare, anche se i  caratteristici nomi di un tempo sono rimasti ( uno dei primi chioschi ha  ad esempio per insegna "Da Nas'e'cane" ).
Con una curva verso destra, al di sotto della quale si trova il circolo Rari Nantes, dominata dalla bella fontana del gigante, famosa per essere presente in un numero spropositato di cartoline della città, termina via N. Sauro ed inizia via Partenope,  la via degli alberghi famosi del lungomare, dall'Excelsior al Vesuvio, passando per il Santa Lucia ed il Royal-Continental.
La Napoli vista da via Partenope è la Napoli di Lucullo, che qui costruì la sua villa in cui teneva banchetti che divennero talmente famosi da far sì che la memoria arrivasse fino a noi, la Napoli dominata dal Monte Echia, sul quale i primi coloni greci, provenienti da Cuma o Ischia, costruirono le fondamenta della loro città, la Napoli dei grandi campioni del canottaggio o di pallanuoto, che lungo questa via da sempre si allenano. E' di fatti possibile in tutte le stagioni ammirare, sopratutto nei giorni festivi, regate in barca a vela o canottieri che gareggiano con le proprie imbarcazioni a pochi metri dal lungomare.  Una passeggiata in questa zona, per chi conosce poco Napoli, non può prescindere da una breve deviazione verso l'isolotto di Megaride, un tempo sede della villa romana di cui sopra, dal Medioevo basamento superbo di uno dei castelli più caratteristici italiani: Castel dell'Ovo.  Le leggende riguardanti questo castello sono molte, alcune risalenti a tempi remotissimi. Il nome così particolare nasce proprio da una di queste la più famosa: si narra che Virgilio, a detta dei napoletani mago superbo oltre che grande scrittore, nascose nei sotterranei della villa, poi divenuta castello, un uovo, per magia sospeso e posizionato in modo tale da reggere il peso dell'intero "castrum", e che avesse previsto che in caso di rottura di questo uovo sarebbero accaduti grandi lutti ed il castello sarebbe crollato.  Superato il ponte che da millenni collega l'isolotto con la terraferma, si entra in un borgo (non per nulla quella zona è nota come "borgo marinaro" e fa parte del "borgo Santa Lucia")  fatto di ristoranti rinomati e romantici (Zi' Teresa, il Transatlantico), simpatici baretti con i tavolini spesso affollati, rimessaggi di imbarcazioni di ogni tipo,da semplici barche di pescatori a motoscafi di ultima generazione. Chi si voglia fermare a gustare qualche specialità marinara potrà farlo, a patto di sapere che il conto sarà probabilmente salato.
Riprendendo il cammino, lasciando la mole giallo-tufo del castello sulla sinistra e via Santa Lucia sulla destra, si continua la passeggiata guardando la collina di Posillipo e Capri. Sul marciapiede di fronte si trovano decine di ristoranti e pizzerie di vario tipo e genere, in massima parte appartenenti a gruppi che posseggono diversi locali nella città e fuori.  Arrivati in piazza Vittoria ci si trova dinanzi, in assenza di palazzi a coprire la visuale, ad un panorama quasi completo della città. Alle proprie spalle c'è Pizzofalcone e il castel dell'Ovo, a destra si vede la collina del Vomero con sotto Chiaja e davanti ci si prospetta la visuale di via Caracciolo, con la villa comunale, fino a Mergellina e Posillipo.  A questo punto l'itinerario potrebbe sdoppiarsi in due, in base a se si voglia proseguire all'interno della villa comunale, di cui si è già ampiamente scritto su questo blog, oppure si voglia proseguire lungo via Caracciolo, una cui parte di domenica è chiusa al traffico fino alle ore 13.00, per la gioia degli amanti delle biciclette, dei pattini o della corsa. Qualora si sia scelto di intraprendere questa camminata di mattina, suggerisco una tappa obbligata: all'altezza di Piazza San Pasquale (vedere piantina - lato riviera di Chiaia) vi consiglio di attraversare la strada ed imboccare via San Pasquale, sulla sinistra della omonima chiesa barocca. Pochi metri dopo la chiesa anglicana, che sorge su un terreno donato da Giuseppe Garibaldi alla comunità inglese residente in città,  troverete il bar Moccia, famoso in tutta Napoli per la bontà dei propri dolci (babà e tipici dolci napoletani) e per l'eccezionale sapore delle eccellenti pizzette tonde al pomodoro e fiordilatte, una prelibatezza da non perdere, per palati fini e non. Terminata la pausa caffè, per chi abbia tempo e voglia suggerisco di visitare una fra la bella Villa Pignatelli, con arredi d'epoca ed un bel giardino, e la stazione zoologica Dorhn, con il più antico acquario italiano, di cui si è già scritto in passato.
Tornando al lungomare, si suggerisce, in corrispondenza della rotonda Diaz, di scendere sulla spiaggetta e di godere, a patto di essere nel periodo dell'anno in cui è ben curata e lontano dalle folle di bagnanti delle domeniche estive, il non consueto punto di vista di Napoli dalla spiaggia.  Talvolta è possibile incappare in un mercatino ittico in cui i pescatori vendono il pescato appena portato a riva dal mare.  Di qui, proseguendo, si potrà continuare fino a  Mergellina, superando il consolato americano (un palazzone bianco sempre protetto da mezzi corazzati) e sarà possibile notare pescatori e pescherecci accanto ad aliscafi e natanti, in quanto vi state avvicinando ai moli a cui attraccano sia le barche private che i mezzi diretti ad Ischia.  Il secondo percorso termina qui, sperando che possa risultare di interesse e che una passeggiata di oltre tre chilometri sul lungomare partenopeo possa aver dato idea di quale sia il legame fra Napoli ed il suo mare.
Itinerario n.2 della guida di Napoli di laboratorionapoletano.com - ultima modifica il 28/11/2011

Posillipo al tramonto - laboratorio fotografico

Posillipo al tramonto, Febbraio 2010

E' incredibile come le nuvole possano rivelarsi ottime amiche dei fotografi, sia dei dilettanti che di quanti - bontà loro - sanno trasformare un hobby in arte.  Le nubi aiutano i meno bravi a colmare i vuoti ed a creare armonie inattese... in questo caso han dato al sottoscritto la possibilità di mostrarvi un tramonto la cui bellezza ed i cui profondi e caldi colori solo minimamente sono riuscito a riportare su un gelido file binario.  

Baciami ancora - la recensione dell'ultimo film di Muccino


Questa recensione è stata pubblicata anche su cinemarecensionilab.
Uscito nelle sale venerdì 29,  il film oggetto della recensione odierna  è l'attesissimo seguito de "L'ultimo bacio" di Gabriele Muccino: Baciami ancora.  La doverosa premessa, fatta da regista ed interpreti,  è ampiamente confermata: è possibile seguire l'intreccio della storia senza aver mai visto il precedente del 2001. I trent'anni sono oramai passati con le problematiche ad essi legati (precarietà e passaggio dalla spensieratezza dei vent'anni alla necessità di assumersi le proprie responsabilità) ed i protagonisti, di nuovo insieme per la prima volta,  chiamati a raccolta dal ritorno in Italia di Adriano (Giorgio Pasotti), dopo dieci anni in fuga dalle proprie responsabilità, si scontrano con la realtà di una generazione alle prese con problematiche spesso troppo grandi per poter godere al meglio di quel che si ha.
N.B. parte della trama è svelata nelle prossime righe.
Il quadro dipinto da Muccino è desolante: fra tradimenti e  matrimoni in crisi,  persone depresse o fortemente stressate, famiglie allargate e madri single, a prima vista nemmeno uno dei personaggi è felice nè alla ricerca della felicità, invischiato in una realtà le cui maglie sono troppo strette per permettere almeno di volare con il pensiero... spazio per i sogni non c'è nè...   Nei  130 minuti di proiezione, a parere di molti dei presenti nel cinema affollato un po' troppi, si alternano in un ritmo talvolta frenetico, litigi, urla, tentativi di suicidio, riavvicinamenti e riallontanamenti, tentativi di ricostruirsi una vita e frequente crollo di questi in pochi attimi, il tutto per costruire agli occhi dello spettatore l'immagine di una generazione, quella dei quarantenni odierni, incompiuta, infelice, demoralizzata e nevrotica.  I protagonisti sono ancora alla ricerca della felicità e dell'amore, anche se il dubbio che assale lo spettatore ed anche quello che manifesta l'unico personaggio che abbia fatto della coerenza una scelta di vita, la Livia, madre single, interpretata dalla brava Sabrina Impacciatore, è che piuttosto che alla ricerca dell'amore vero e della felicità, i protagonisti siano alla ricerca di quella tranquillità familiare e di quell'armonia di gruppo che hanno perso a causa di piccoli o grandi errori.  Solo negli ultimi minuti del film si scopriranno, fra i tanti protagonisti della storia, chi sono i "vincitori" e chi i "perdenti", con la voce fuori campo del protagonista principale, il Carlo reintrepretato nuovamente da Stefano Accorsi, un po' troppo legato alla propria mimica per eccellere nel ruolo che lo aveva proiettato nell'Olimpo della cinematografia italiana, che prova, in tutto il trambusto creato durante le prime due ore, a far comprendere il senso del messaggio del regista:  i problemi, sia quelli insormontabili che quelli piccoli, possono essere risolti a patto di comprendere che sono le piccole cose a dare la felicità nonchè a necessitare di attenzione per non far sì che possano causare rotture.
Il dubbio che la ragione sia dalla parte di Livia, che fa le proprie scelte in base a quello che sia meglio per l'amore della propria vita, il figlio Matteo, e che per proteggere il proprio figlio deve prendere decisioni anche dolorose, resta nello spettatore...

Fra i tanti interpreti, in mezzo a dialoghi un po' troppo spesso urlati, fra attacchi di nervi e depressioni, buona è la prova di Claudio Santamaria, il cui personaggio, Paolo, nonostante sia schizofrenico e depresso, si trova ad essere il moralizzatore ed il punto di unione del gruppo, nella vita come nell'estremo epilogo.  Discreta l'intepretazione di Giulia da parte di Vittoria Puccini, chiamata a sostituire la Mezzogiorno, così come quella di  Favino, forse un po' stretto nel ruolo del marito tradizionalista e sempre attento a nascondere la propria ira ed i propri sentimenti forti.
Per quanto riguarda la pellicola nel suo complesso, oltre due ore  di narrazione sono troppe ed il risultato, stante anche le tematiche forti e particolari affrontate,  è che agli occhi di molti spettatori nella sala gremita il film appaia fin troppo pesante e che in molti, sopratutto under-40, siano troppo presi dal discordare sul messaggio del regista per apprezzarne lo stile.   Va sottolineato che il pubblico presente ha partecipato attivamente durante la proiezione, con applausi in alcuni punti e commenti, talvolta fortemente coloriti, in altri. Emblematico il caso di una donna, all'atto del ricongiungimento amoroso fra i due protagonisti principali, ha urlato in sala "Gli uomini sono fortunati perchè noi donne siamo così stupide da ricascarci sempre" ...

Giudizio sintetico: @@@

Visto al Martos Metropolitan in sala 3 e posizione centrale:  audio e video ottimi e posti comodissimi. Come sempre, il Metropolitan si conferma il miglior cinema a disposizione dei napoletani.

Film non adatto ai bambini per le tematiche proposte e la presenza di diverse scene difficili da spiegare agli under 16.  Fra l'altro, non trattandosi di un film "leggero",  risulterebbe stancante per un pubblico giovane.
 
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