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Itinerario napoletano n.3:
Via Toledo dallo Spirito Santo a Piazza Trieste e Trento
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Una visita a Napoli non può prescindere da una passeggiata per via Toledo, conosciuta anche come via Roma, storicamente cuore pulsante di una città dalle mille anime e dai mille volti. Vi
a Toledo è una delle poche strade napoletane a riassumere le tante identità della città, essendo crocevia e punto di incontro di zone popolari come i quartieri Spagnoli e la Pignasecca e di quelle storicamente nobiliari come San Ferdinando e Santa Brigida. Le pizzerie, le gelaterie, le pasticcerie storicamente più note si affacciano o lambiscono via Toledo, il Banco di Napoli ha qui la sua sede storica ed è ancora possibile imbattersi in negozi dalle insegne antiche.
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Piazza Carità rinnovata (ottobre 2011) |
La passeggiata proposta attraversa le "due" via Roma, quella trafficata e mai del tutto ristrutturata, che parte da piazza Dante ed arriva fino all'incrocio con via Diaz, quest'ultima da anni ridotta a cantiere a causa degli interminabili lavori della metropolitana, e quella riportata anni orsono agli antichi splendori, zona pedonale dedicata allo struscio ed agli acquisti, che confluisce in piazza Trieste e Trento dopo aver incontrato via Santa Brigida, piazzetta Augusteo con la funicolare centrale, piazzetta Matilde Serao, la galleria Umberto I ed i tanti vicoli che formano quel dedalo di viuzze che sono i Quartieri Spagnoli, antico quartiere costruito dagli spagnoli per permettere l'alloggiamento delle proprie truppe di stanza a Napoli.
I tanti cantieri della metropolitana rendono difficoltoso accedere al punto di partenza del percorso, il luogo universalmente noto a Napoli come "Spirito Santo" , che in realtà si chiama piazzetta Sette Settembre, dominata dalla bella facciata del
Palazzo Doria d'Angri, dal cui balcone principale si affacciò Giuseppe Garibaldi il 7 Settembre 1860 per annunciare l'annessione del Regno delle Due Sicilie al futuro Regno d'Italia. Lasciando sulla sinistra il palazzo e sulla destra la
basilica dello Spirito Santo, si imbocca via Roma/ via Toledo lasciandosi alle spalle il tratto finale della strada che porta in Piazza Dante.
Dopo un paio di minuti di cammino si giunge ad un primo incrocio di vie: a destra si aprono via Pasquale Scura, ideale prosecuzione di Spaccanapoli, e via Forno Vecchio, che porterà direttamente nel mondo antico della Pignasecca, realtà unica nel panorama cittadino, un quartiere intero che di giorno diventa mercato, fra negozi, botteghe e banchi di frutta, verdura e pesci in strada. Di fronte, con ingresso dall'adiacente via Maddaloni, è il
palazzo Carafa di Maddaloni, bell'esempio di architettura di fine 1500, con interventi di restauro effettuati a metà '600 dal Fanzago. Purtroppo, tale palazzo è quasi totalmente ricoperto da impalcature da anni e necessiterebbe di un completo
restauro.
Proseguendo, sulla destra, è la chiesa di
San Nicola alla Carità, alla cui realizzazione partecipò
Cosimo Fanzago, famosissima nella città per il fatto che, in stanze sotterranee, ospita uno dei più bei presepi tradizionali.
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Via Toledo all'altezza della sede del Banco di Napoli |
Giunti in Piazza Carità, attualmente Piazza
Salvo D'Acquisto - in onore del carabiniere che, con il proprio martirio, salvò decine di persone da morte certa - , un tempo sosta d'obbligo , sul lato destro della piazza, in corrispondenza con la fine di Via San Liborio e dietro il cantiere della Metropolitana, era alla gelateria "La Scimmia", tradizionale e antico laboratorio napoletano fra i più famosi, prutroppo oramai chiusa. Fra Piazza Carità e l'incrocio con via Diaz c'è l'ultimo tratto di Via Toledo aperto al traffico, con negozi antichi come Leonetti (giocattoli) e che si conclude con il bel palazzo Buono (a destra), ex location napoletana de "La Rinascente" -attualmente in ristrutturazione per destinazioni future - , ed il monumentale e granitico palazzo sede napoletana della Banca Nazionale del Lavoro. Fra un cantiere e l'altro ( qualora non si fosse capito il tratto della Metropolitana che dovrà unire piazza Dante con piazza Municipio, passando per via Toledo, ancora non è completato) sono da notare sia le ripide strade che portano ai Quartieri Spagnoli ed oltre, fin su a Corso Vittorio Emanuele, sia la facciata neoclassica della chiesa di
Santa Maria delle Grazie a Toledo, aperta al pubblico ma in ristrutturazione. Dall'incrocio con via Diaz in poi la strada assume altra conformazione e diventa uno dei salotti della città, una ampia isola pedonale dedicata allo shopping ed allo struscio.
Per chi non sappia cosa è lo struscio, consiste nella classica passeggiata dei giorni di festa ( il termine in origine era legato al sabato santo) che si effettuava utilizzando l' "abito buono".
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Benvenuto nei Quartieri Spagnoli |
Anche in questa parte di via Roma i palazzi sono legati alla storia della città e portano ancora, in buona parte, ricordo delle famiglie di appartenenza nel nome e nello stemma nobiliare. L'esuberanza della Napoli dei quartieri spagnoli è bene evidenziata in fotografia. In corrispondenza dell'incontro con via Ponte di Tappia, a ridosso dell' ex-Palazzo Motta, facilmente riconoscibile come struttura anni '50, troverete spesso un mercatino artigianale con diverse bancarelle. Costeggiando la mole della sede del Banco di Napoli, ricostruita in epoca fascista in occasione dei 500 anni del banco, si giunge fino all'incrocio con la nobiliare via Santa Brigida, famosa per essere la strada in cui si trova il rinomato ristorante Ciro a Santa Brigida, accanto all'omonima chiesa. Sulla destra si trovano due antichi negozi napoletani: Pintauro, luogo in cui si narra siano state inventate le sfogliatelle a fine '700, che ancora oggi sforna centinaia di "ricce" e "frolle" per la delizia dei passanti, e Gaito, famosa oreficeria che fa parte del panorama di via Toledo da generazioni.
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Via Toledo in orario di chiusura pom. dei negozi,
vista da Piazza Trieste e Trento |
Poco più avanti altra sosta d'obbligo, a meno che non si sia già gustata una sfogliatella da Pintauro, in corrispondenza con Piazza Duca d'Aosta ( nota anche come piazzetta Augusteo), è nel bar-tavola calda L.U.I.S.E., sinonimo di rosticceria a Napoli da decenni. La piazzetta è dominata dalla
funicolare Centrale, che porta fin su a Piazzetta Fuga al Vomero, e dal teatro
Augusteo, uno dei principali teatri napoletani. Poco oltre, sulla sinistra, è uno degli ingressi della Galleria Umberto I, gemella di quella milanese, realizzata a fine '800, attualmente dominata dai tanti negozi di abbigliamento della famiglia Barbaro. In un angolo, a sinistra dell'ingresso della galleria, c'è una piccola pasticceria in cui si realizzano ottimi babà. Sempre sulla sinistra, appena dopo la galleria, c'è uno dei vari negozi di
Gay-Odin, la cioccolateria per antonomasia in città. Una sosta per acquistare i celebri nudi o la cioccolata foresta è necessaria. La passeggiata termina con la fine di via Toledo, allorquando questa confluisce in Piazza Trieste e Trento e la visuale, per l'intero tragitto ristretta fra due fila di palazzi in massima parte secenteschi, si allarga dalla
chiesa di San Ferdinando, al teatro San Carlo, fino al palazzo Reale ed a piazza Plebiscito, con al centro la famosa fontana del "
carciofo", costruita sotto l'amministrazione Lauro, sede, come tante altre fontane monumentali cittadine, dei festeggiamenti dei successi calcistici della squadra locale e della nazionale. Poco prima di giungere in piazza, sulla destra, in via De Cesare, c'è uno dei più rinomati locali dedicati alla cucina giapponese, il
kukai.
Itinerario n.3 della
guida di Napoli di laboratorionapoletano.com - ultima modifica il 28/11/2011