Ricevo e volentieri pubblico il comunicato stampa riguardante la mostra fotografica "Intra/vedere" che verrà inaugurata sabato 5 marzo alle ore 19.00 presso la "Giu*Box Gallery".
Sabato 5 marzo dalle ore 19.00 a
Giu*Box Gallery si inaugurerà la mostra collettiva "INTRA|VEDERE", con gli scatti prodotti dai partecipanti al laboratorio di fotografia per il Progetto“ Identità sensibili”, curato da Antonella Padulano e Patrizia Giordano ed organizzato presso il carcere di Poggioreale nell'autunno 2010.
La mostra si compone di 13 fotografie 70x100cm assemblate su pannelli di forex da 5mm.
Tutte le immagini prodotte dai corsisti sono state montate in un video che sarà proiettato sul maxi-schermo durante il vernissage.
• vernissage: sabato 5 marzo 2011, ore 19:00
• dove: Napoli
• presso: Giu*Box Gallery – via Bonito 21/b (zona Castel Sant’Elmo)
• biglietti: ingresso libero
• a cura di: Antonella Padulano
• info-line: 339.20.29.153
• contatti: www.giubox.it | info@giubox.it
• durata: fino al 18 marzo 2011
• orari visita: lun-merc-ven ore 17-19
PROGETTO "IDENTITA' SENSIBILI"
a cura di Antonella Padulano e Patrizia Giordano
CON LA PARTECIPAZIONE DI:
Coppola Antonio | Di Luca Angelo | Di Somma Andrea
Eid Sayed Guglielmo Tare | Forino Massimo | Lanza Gennaro
Perna Ciro | Pollicino Ciro | Sannino Domenico | Vigna Giuseppe
ANNO 2010 – C.C. POGGIOREALE - NAPOLI
Durante il laboratorio, della durata di 102 ore, composto da due incontri settimanali per una durata di tre mesi, i corsisti hanno avuto a loro disposizione materiale didattico relativo alla teoria e tecnica fotografica per potersi meglio muovere nella conoscenza del mezzo. La fotografia, come linguaggio nei linguaggi, non ha fatto altro che ri-produrre contesti e situazioni attraverso il suo verbo: l’inquadratura.
Con assiduità, zelo e grazia, i corsisti hanno partecipato alle lezioni mostrando interesse e capacità organizzative per poter svolgere al meglio il lavoro fotografico. Sebbene il luogo fosse privo di ogni possibilità di sfogo creativo, attraverso la macchina fotografica hanno avuto la libertà di potersi esprimere come meglio credevano e volevano. Guidati da Patrizia Giordano e dalla sua grande esperienza nel lavoro con il corpo e sul corpo, i corsisti si sono manifestati senza riserve alcune, a tratti anche con grande stupore per il sapersi mettere in scena: “Hanno saputo far gruppo tra di loro, lavorando a braccetto e nel rispetto delle idee di ogni singolo componente del corso, mettendo in scena la propria creatività. Mettere a disposizione gli strumenti e i mezzi ha dato ai partecipanti la consapevolezza delle loro capacità, ha garantito anche una coscienza critica verso tutto quello che li circonda, con lo scopo di ottenere una crescita sociale-culturale seppur in un luogo di costrizione fisica e mentale”, dicono le docenti.
Le dinamiche comportamentali che inevitabilmente si sono venute a creare hanno favorito la socializzazione tra le diverse parti e lo scontro/incontro ha imposto relazioni utili alla conoscenza reciproca. A loro sono stati anche mostrati libri sul lavoro di fotografi di fama internazionale, che rientravano sempre nel discorso della didattica fotografica e che documentavano tutte le barbarie e le schiavitù sociali a cui è soggetto-oggetto l’uomo moderno..
Commenta Antonella Padulano: “Il lavoro è stato portato a termine nel miglior modo con grande soddisfazione mia di Patrizia e soprattutto loro. Abbiamo lavorato in piena armonia e con cognizione di causa. Il progetto voleva mirare alla possibilità', attraverso la creatività e la sensibilità, di ritrarre l'altro da sé e questo è riuscito in pieno, perché come hanno sostenuto: loro c’erano”. Conclude Patrizia Giordano: “Ogni volta che si fa qualcosa ‘dentro’, fosse pure per dieci di loro, quello spazio di aria, comunicazione, umanità, di non manipolazione, rispetto che si viene a creare non sarà stato solo un attimo da cogliere al volo per sottrarsi all'inerzia ma anche un sentirsi al di là del muro. Sentirsi persona tra persone, insomma. Qualcosa che per i ragazzi che hanno partecipato al progetto avrà il senso del percepirsi riconosciuti".
INTRA/VEDERE
Raccontare per immagini, guardare la realtà “oltre la prima impressione", mettere a fuoco lo sguardo
…Lasciar entrare un po’alla volta, intra/vedere il durante, il percorso, l’essere, il poter essere ed ancora l’essere.
Le immagini scelte, tra tantissime, non danno giustizia dell’intensa partecipazione di tutti i neo-fotografi, i quali hanno guardato con occhi diversi, lasciandosi guardare e fotografare da compagni attenti e curiosi.
Intra/vedere l’autenticità, il riemergere, il districarsi dalla confusione in un luogo totalizzante, prenderne per un po’ le distanze proprio come se si fosse liberi o, come ha detto qualcuno dei ragazzi, su un set cinematografico.
Un po’ alla volta sono emerse immagini interne portate fuori con una sensibilità nuova ma anche con la consapevolezza che un po’ alla volta si sarebbe tornati al chiuso, alla dissolvenza, al nascosto, al non visto, certi però che anche quando ci sarà di loro dimenticanza, saranno loro a non dimenticare perché, come hanno detto, e sapevano cosa volevano comunicare ma soprattutto cosa hanno vissuto dentro.
<…e il tempo ha inevitabilmente assunto un valore “altro”, il valore fotografico per eccellenza, l’attimo!>