Capri: panorama da via Tragara


Difficile trovare sull'isola di Capri un punto che non sia paesaggisticamente e fotograficamente di grande interesse... affacciandosi poi sui terrazzi e tetti delle case di via Tragara, si riesce a scattare qualche foto di Capri davvero bella.

Panorama da Sorrento, a prima mattina


Il panorama del golfo di Napoli visto da Sorrento, a prima mattina. La fotografia è stata scattata da una delle curve della strada che conduce al porto di marina piccola di Sorrento.

Panorama da Monte San Costanzo: marina del Cantone, li Galli e costiera amalfitana


Non conta quanti post dedicare a questi luoghi, perché il panorama che si può ammirare da Monte San Costanzo è mozzafiato. Dalla sommità, accanto alla piccola chiesetta, si ha una visione unica, a 360°, del golfo di Napoli e di quello di Salerno, da Ischia a Capri da una parte e, di nuovo, dai Faraglioni fino a Praiano e nelle giornate più terse, a tutto il golfo di Salerno.

In fotografia: marina del Cantone, scoglio dello Scrupolo, l'isolotto de l'Isca (con la villa che fu di Eduardo), li Galli, l'isolotto di Vetara, in fondo si vede Praiano. 

La colonna ed il teschio, passeggiando per Napoli


Tracce della Napoli greco-romana sono ovunque, a causa della profonda stratificazione fatta di sovrapposizioni ed assimilazioni culturali ed architettoniche che durano da millenni.  Può accadere - non è raro-  di imbattersi in antiche colonne ancora decorate con l'originale capitello, poste ad angolo di chiese e palazzi (se non trasformate in elementi architettonici e di arredo, come accade in tante delle chiese erette sulle fondamenta di antichi templi).  La colonna in fotografia, da qualche tempo accompagnata dal graffito di un teschio (discusso , si trova in via Paladino, all'angolo della chiesa di Donnaromita

Il Cerriglio, le antiche scalinate ed il porto piccolo di Napoli, il futuro Mandracchio...


Prima di scrivere delle scalette che collegavano l'antico porto di Napoli al centro della città, entro le cinta murarie, bisogna tornare indietro nel passato, ad oltre 1000 anni fa ed ancora più indietro nel tempo.  Sin dall'antichità Napoli aveva due porti, uno grande, situato in zona piazza Municipio (testimonianza dell'esatta collocazione di epoca greco-romana il ritrovamento delle navi durante gli scavi per realizzare la stazione metro di piazza Municipio) ed uno più piccolino, una sorta di porto di pescatori, noto come "mar ad Arcina", quello che poi nei secoli sarebbe stato definito un "mandracchio", termine che avrebbe poi avuto nel corso dei secoli un'accezione negativa, come di luogo malfamato.
Mandracchio:  "...specchio d'acqua piccolo e chiuso, riservato in alcuni porti a stazione di lance, di chiatte, di barche e, in genere, di bastimenti minuti, nel quale essi erano quindi radunati come in mandra, e in maniera da ingombrare il minore spazio possibile, senza intralciare le manovre e gli attracchi delle navi maggiori." da Enciclopedia Treccani
Per cercare di immaginare come fosse questo porto piccolo, si può partire dalle fotografie dell'archivio fotografico Parisio.  Ancora nei primi anni '30 del XX secolo vi era un'insenatura, da lì a poco insabbiata e ricoperta, nota come Mandracchio. Sorgeva, come si può notare, a pochissima distanza dalla chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, eretta dai pescatori.  A testimoniare la colmata, il livello della chiesa, più basso rispetto a quello dell'attuale via Marina, contrariamente a quello della fontana della Maruzza, opera del XVI secolo, che per l'occasione fu smontata e rialzata.
Il Mandracchio di Napoli - dal sito dell'archivio fotografico Parisio
Tornando a ritroso nei secoli, però, il porto piccolo si trovava abbastanza più all'interno, con la spiaggia che arrivava a lambire l'attuale palazzo della Borsa, fin sotto le imponenti mura volute da Valentiniano nel V secolo, di cui è testimonianza sotto certi aspetti la grandezza delle pareti dell'insula di Santa Maria la Nova. Il livello della strada nel VII - VIII secolo doveva poi essere di alcuni metri inferiore, come testimonia la cappella paleocristiana di Sant'Aspreno.
 Ecco, ora che il quadro è più o meno completo, si può ricostruire ed immaginare con la mente cosa appariva davanti ai pescatori che andavano ad ormeggiare al mar ad arcina, dopo un'intensa giornata di lavoro: una spiaggia, una chiesa, un borgo di pescatori e sopra la città, dominata da mura e costruzioni imponenti.  Come un qualsiasi altro paesino costiero della zona, come Positano o Amalfi, dalla spiaggia si diramavano una serie di strette viuzze e scalinate, rigorosamente pedonali, che portavano in modo più o meno tortuoso direttamente nel centro della città.
Più o meno modificate nel corso dei secoli, simili a come apparivano nei primi secoli del secondo millennio d.C., ancora oggi è possibile percorrere almeno tre di questi percorsi: il pendino Santa Barbara, calata Santi Cosma e Damiano e quello meno noto, nascosto fra i palazzi, quasi dimenticato, protetto da archi e contrafforti, i gradini di Piazzetta noti anche come gradini del Cerriglio (il cui percorso attraversa la parte bassa senza portare su nella parte alta della città... almeno da qualche secolo). Come ci si aspetta da tutti i luoghi di passaggio posti a ridosso delle attività portuali, nel corso dei secoli queste stradine sono state testimoni di zuffe ed attività illecite, luoghi malfamati decantati e frequentati da artisti e letterati. 
L'ingresso della locanda del Cerriglio, gradini della piazzetta

A ridosso di piazzetta di Porto, proprio sotto Santa Maria la Nova, la zona del Cerriglio doveva apparire come un insieme di palazzi e vicoletti stretti, tortuosi, con locande e taverne, un po' come sta tornando ad essere ora, con l'apertura della Baccalaria e quella della locanda del Cerriglio, nel luogo originario dove veniva servito da mangiare e da bere a cavallo fra XVI e XVII secolo ai vari Basile e Caravaggio.  Fu proprio qui, nel 1609,  che la tumultuosa vita del grande pittore rischiò di terminare,  dato che Michelangelo Merisi fu ferito e sfigurato in volto da una coltellata.  Ancora nell'immediato dopoguerra il pendino Santa Barbara godeva di pessima fama, dato che nel suo "la Pelle" Curzio Malaparte faceva alloggiare le "nane" proprio nei bassi che si affacciano sull'antica gradinata.


Anche calata Santi Cosma e Damiano collega il centro antico (largo Banchi Nuovi) al sedile di Porto, fra scalinate e stretti vicoli. In uno dei vicoli laterali si trova quel che resta del nobiliare palazzo Melofioccolo, oggi in pieno degrado.



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