La fontana della Sellaria (XVII secolo) e l'antica piazza della Sellaria


La fontana della Sellaria è una delle fontane monumentali di Napoli, collocata in piazza Grande Archivio dal 1903, da quando fu spostata dalla sede originaria, nell'ampia piazza della Sellaria, scomparsa dalla toponomastica napoletana nell'ambito del Risanamento.  Tale piazza, rettangolare, si trovava grossomodo dove attualmente è piazza Nicola Amore, i Quattro Palazzi.  La fontana, anche se probabilmente non artisticamente rilevante come tante altre fontane monumentali cittadine, ha una sua rilevanza storica, in quanto fu costruita fra il 1649 ed il 1652 in seguito all'abbattimento delle case di un capo carceriere della Vicaria eletto dal popolo durante la breve repubblica napoletana (quella nata dalle sommosse guidate da Masaniello).  A volerla fu proprio il vicerè Iñigo Vélez de Guevara, cui era stato dato il compito della restaurazione del potere spagnolo.


Ora un esperimento... dimenticarsi per un attimo dell'assetto urbanistico post - Risanamento e girare per la Napoli del XVII secolo insieme al Celano, dal quarto libro del "Notitie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forastieri date dal canonico Carlo Celano napoletano, divise in dieci giornate" . I nomi delle strade spesso sono gli stessi (fu Croce ad impegnarsi perché fossero conservati i nomi delle strade dedicate ad arti e mestieri). Buona lettura

S’entra nella bella piazza detta della Sellaria, che prima chiamavasi la Rua Toscana, perchév’habitavano i mercadanti di questa nation; poscia questo nome, perché qui habitavano uniti tutti i fabri che facevano selle et altri finimenti necessarii alli cavalli. Nell’entrare in questa strada vedesi una piazzetta avvanti d’un molino che viene animato dall’acque de’ nostri formali. In questa piazzetta vi era la casa d’un ricco aromatario dett
o Giovan Leonardo Pisano, che nell’anno 1585 instigò la plebe a sollevarsi et a fare una fierissima strage di Giovan Vincenzo Starace, eletto del popolo, e perché la giustizia non lo poté haver nelle mani per essere fuggito e salvatosi, si buttò giù la casa e vi seminò sale all’uso de’ goti. A sinistra vedesi il vico detto de’ Ferrivecchi, perché anticamente simile robba vi si vendeva; hora quest’arte de’ ferrivecchi è stata trasportata nel mezzo del Mercato. Ne’ tempi più antichi nominata veniva la Torre delle Ferule, perché vi st
ava la torre della muraglia, che da questa parte calava, ch’haveva d’intorno queste sorti d’herbe. Vedesi nel principio una fontana perenne fatta circa l’anno 1649 per ordine di don Ignico Velez de Guevara,conte d’Ognat, viceré di Napoli, doppo che sedati furono le sollevationi populari. Questo stesso signore fece aprire una nuova strada che al lato sinistro di detta fontana, nel luogo anticamente detto delle Palme, come fin hora una
picciola ed antica chiesa che vi sta, detta viene Santa Maria delle Palme, e qui anticamente vi era una porta della città per la sua picciolezza detta la Portella; et è da notarsi che quando si fece la fontana sudetta, nel cavarsi per far le fundamenta, vi si trovò parte dell’antica muraglia, fatta di bellissimi quadroni di pietra. Dove detta strada si è aperta vi era un luogo chiuso, nel quale s’entrava dalla parte de’ Ferrivecchi, e chiamavasi la Zecca. Era questo come un fondico dove si lavoravano panni, habitatissimo, in modo che sempre vi si sentivano rumori, e  nel tempo delle sollevationi antedette n’uscì più d’un fiero capopopulo, per lo che la vigilanza del Conte d’Ognatte, per toglier via questo ridotto, vi fece aprire la presente strada. A destra, poco lungi dalla fontana, vedesi la strada detta degl’Armieri, essendo che ne’ tempi andati altro non vi si lavorava che armi per l’uso della guerra, hora non vi sono altro che ricchi fondachi di drappi lavorati di seta d’ogni sorte, e per questo luogo tirava la muraglia fatta in tempo dell’imperadori greci, e dirimpetto alla chiesa dedicata all’Arcangelo Michele vi era una porta detta de’ Monaci, perché nella detta chiesa di Sant’Arcangelo vi era un monasterio di monaci benedettini; e vicino all’accennata porta vi stava il Seggio degl’Acciapacci, come di sopra si disse, et è dasapersi che tutti quasi gli antichi seggi stavano vicino le porte della città.  Hor tirando avvanti per la Sellaria, vedesi nel mezzo di questa strada una piazzetta nella quale anticamente stava il Seggio o Regimento del Populo, che fu diroccato per ordine d’Alfonso Primo d’Aragona, alcuni scrivono per disgusto havuto con i populari, altri per dar gusto alla sua Lucretia d’Alagni, mentre questo edificio impediva l’aspetto alla casa di detta Lucretia, in questa Strada della Sellaria, che stava appresso dove hoggi si dicono le case pente, o dipinti con la voce propria. Hora in questa piazzetta vi si vede situata una vaghissima fontana di bianchi marmi, quale
nell’anno 1532 fu principiata per ordine di don Pietro di Toledo, e fu terminata nell’anno 1537. Ildisegno fu di Luigi Impò, e la statua dell’Atlante che sta su la tassa delli delfini con li mascheronifurono lavorati dal nostro Giovanni da Nola. In questa medesima piazza si [86] veggono il tribunale e carceri dell’Arte della Seta per privilegio, come si disse dell’Arte della Lana.



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