Carcere per chi giocava in strada nella Napoli del '600 - l'epigrafe di Donnaromita



Come già scritto più volte, leggendo i testi delle lapidi poste sui muri di Napoli è possibile ricostruire scene di vita della Napoli del 1600 e 1700. 
Fra le tante lapidi ed epigrafi poste sui muri dei palazzi di Napoli antica, quella che è affissa sulla parete della chiesa di Donnaromita, proprio sotto la cupola maiolicata,  è particolarmente interessante.
Anche se si discosta formalmente dalle altre viste finora in quanto mancano diversi richiami burocratici e soprattutto la data (il che fa pensare che sia giunta non intera fino a noi),  in realtà nella tematica è simile a quella affissa sulla parete di san Domenico Maggiore: è infatti vietato "giocare", "sotto pena di sei ducati e carcerazione arbitraria".  Che si trattasse di giochi di ragazzi (qualche antenato dell'attuale gioco del pallone) o più probabilmente qualche gioco d'azzardo (nell'altro banno si fa riferimento a giochi d'azzardo con le parole palla, pastore e farinole), non è dato saperlo. 
Quel che è interessante è che a prima vista il banno sembra più antico degli altri presenti in zona, in quanto il consigliere Andrea Provenzale, che qui risulta delegato del monastero di Santa Maria di Donnaromita, potrebbe essere quell' Andrea Provenzale che risulta consigliere regio morto nel 1645 sia nelle cronache sia del Giustiniani (Memorie istoriche degli scrittori legali del regno di Napoli ..., Tomo 3) che indirettamente di Bartolommeo Capasso (Memorie storiche della chiesa sorrentina).
Il banno pertanto potrebbe essere risalente al XVII secolo. 


Il testo completo del banno di Donnaromita (da notare i tanti errori di ortografia):
Banno et comandamento p ordine
dell sig.r consegliero andrea
provenzale comissario delegato
dell monasterio de S.ta Maria d.
romita che nessuno ardischi gocare
in queste due strade intorno
all monasterio sotto pena de ducati
sei et carceratione arbitrario

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