Robin Hood di Ridley Scott: recensione e trama dell'ultimo film con Russel Crowe

Narrare le gesta di Robin Hood rappresenta una sfida per qualsiasi regista, dato che tanto si è scritto e tantissimo si è visto sull'eroico arciere che rubava ai ricchi per dare ai poveri.  La trasposizione cinematografica proposta dal duo Ridley Scott - Russel Crowe, nuovamente insieme dopo i tanti successi degli ultimi anni, a partire da Il Gladiatore fino ad arrivare a Nessuna verità, passando per Un' ottima annata e American Gangster, aggiunge interessanti tasselli a quanto già visto nel passato.    Il regista del primo Alien, evitando di soffermarsi sugli aspetti classici della leggenda di Robin Hood ed affrontando la storia partendo dal principio, in una sorta di narrazione sul come sia nata la leggenda,  riesce a rendere originale un racconto che tutti gli spettatori, all'ingresso nel cinema, sono convinti di conoscere a menadito, in modo tale da creare sia l'attesa che la suspence necessarie per una pellicola che tratta di gesta epiche ed al contempo non previste per quanto riguarda una storia arcinota.


Di seguito è descritta parte della trama

L'arciere Robin Longstride fa parte dell'esercito di Riccardo I cuor di leone che, rientrando dalla crociata, si attarda nelle campagne francesi saccheggiando i castelli dei nobili transalpini.  Re Riccardo appare come un guerriero che ha perso lo smalto di un tempo, ma che non esita a comandare qualsiasi azione di battaglia, partecipando in prima linea assieme ai propri cavalieri.  
I dieci anni di assenza, la reggenza da parte dello scapestrato fratello Giovanni,  i numerosi balzelli necessari per sostenere l'onerosa campagna militare hanno ridotto l'Inghilterra tutta e Nottingham in particolare, allo stremo.
La morte del re Riccardo, in circostanze curiose ad opera di un'improvvisato arciere, durante uno degli ultimi assedi prima di attraversare la Manica ed una promessa fatta ad un cavaliere, Robert Loxley, in punto di morte stravolgeranno  la vita di Robin e dei suoi amici, dando loro la possibilità di costruirsi un futuro alternativo a quello a loro destinato e di tornare in patria.  La frase incisa sulla spada del cavaliere defunto,  "rise and rise again until lambs become lions", ribellarsi e ribellarsi ancora finchè gli agnelli diventeranno leoni, tormenta il protagonista in quanto sembra rappresentare qualcosa del passato suo e di un padre che non vede da quando era bambino e costituisce la cerniera che lega le diverse parti della narrazione.  L'incontro con Sir Walter Loxley e con la moglie del defunto cavaliere, lady Marian,  trasformerà radicalmente la vita di Robin,  che riuscirà ad illuminare gli aspetti bui del proprio passato e che assumerà l'identità del defunto Robert e contestualmente diventerà Robin Hood per difendere i poveri dai soprusi degli sgherri del re.  

Il film nel suo complesso è piacevole da vedere e le quasi due ore e mezza scorrono veloci e senza pause.  Ben realizzate le ricostruzioni dell' Inghilterra medievale, ovviamente ben realizzate le diverse scene di battaglia.   Buona l'interpretazione di Russel Crowe, pienamente a proprio agio in un ruolo sotto certi aspetti simile a quello interpretato ne Il Gladiatore,  ottima l'interpretazione di una Kate Blanchett che riesce a trasmettere allo spettatore tutte le difficoltà di una Lady Marian che da nobile deve reinventarsi governante e contadina, nonchè spadaccina.  Fra i comprimari, buona  l'interpretazione di Mark Strong, nuovamente "cattivo" dopo essere stato avversario di Robert Downey Jr nel recente Sherlock Holmes.


Giudizio complessivo: @@@@


Film non adatto ai bambini per alcune scene violente durante gli scontri in battaglia


Visto al Modernissimo, sala1.  La sala è grande ed i posti risultano abbastanza comodi. Lo schermo è grande.  Difetto notevole della sala è la presenza al piano di due soli wc, uno per sesso. 

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4 commenti:

Alfonso76 ha detto...

Grazie per il passaggio sul mio sito; abbiamo pubblicato recensioni decisamente differenti, ma è sempre bello un confronto! :-)

Fabrizio Reale ha detto...

Hai perfettamente ragione.
Quel che conta, almeno secondo me, è che chi si cimenta nel recensire film sappia confrontarsi con i tanti altri blogger che hanno la stessa "passione".

ilbibliofilo ha detto...

questo Robinhood mi è piaciuto a metà: l'inizio è molto bello, mi affascina il personaggio di Robin che da piccolo truffatore (l'ha inventato lui il gioco delle 3 carte?) diventa progressivamente un leader politico (parla senza incertezze davanti al re e a una folla di baroni, inventandosi la monarchia costituzionale); LA BATTAGLIA FINALE (inutilmente lunga) ANDRA' BENE per chi amò il Gladiatore e altri colossal pseudostorici, ma a me (e a mio figlio che sabato sera si è degnato,di accompagnarmi) è sembrato solo uno spreco di quattrini

Fabrizio Reale ha detto...

Per quanto riguarda il gioco delle tre carte... pensavo fosse un'invenzione napoletana... mah...

Per quanto riguarda il film... nella scena dello sbarco alla rovescia (dalla normandia alle bianche scogliere britanniche) penso sia sopratutto una "mega" citazione al D-day in Salvate il Soldato Ryan.

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