L'Arco di Sant'Eligio fra storia e leggende - cartoline di Napoli


L'arco di Sant'Eligio è sospeso a metà fra storia e leggenda.
Nato per sorreggere la vicina chiesa di Sant'Eligio Maggiore, primo monumento cristiano dell'epoca angioina risalente alla seconda metà del XIII secolo, per secoli ha focalizzato l'attenzione di studiosi e popolo sia per l'antico orologio che per quelle due "capuzzelle" poste al di sotto dell'enorme quadrante. 
Se la chiesa di Sant'Eligio, primo esempio di gotico realizzato a Napoli, fu costruita intorno al 1270, poco dopo la decapitazione nel vicino Campo del moricino, divenuta sede del mercato (da qui piazza Mercato o foro magno) proprio in quegli anni, dell'ultimo degli Hohenstaufen, Corradino di Svevia, l'imponente arco, realizzato come strumento per sorreggere il campanile adiacente, risale al 1400.  Le due "capuzzelle", una maschile e barbuta, l'altra femminile, sono oggetto di un'antichissima leggenda, che risale al XVI secolo.  Già descritta dal Summonte in Historia di Napoli, come esempio di giustizia esemplare, ripresa in Storie e leggende napoletane ed in Napoli Nobilissima, di Benedetto Croce, la tradizione vuole che le due teste scolpite sotto l'orologio siano quelle dei protagonisti di un fatto di cronaca del 1500. 

Sul sito cittadelmonte.info è ben descritta la vicenda narrata dal Summonte e ripresa, come leggenda, dal Croce:
Lo scrittore racconta che un nobiluomo appartenente alla famiglia dei Caracciolo, tale Antonello, titolare di un feudo in Calabria, si innamorò perdutamente di una fanciulla molto giovane, sua vassalla. Non riuscendo in alcun modo a corromperla, accusò ingiustamente il padre di omicidio facendolo imprigionare e sostenendo che l’avrebbe liberato solo quando la giovane si sarebbe decisa a soddisfare i suoi desideri. Il padre della fanciulla chiese udienza  ad Isabella d’Aragona per ottenere giustizia. La regina, inorridita per l’accaduto, ordinò di far catturare il nobile signore. Isabella costrinse Antonello Caracciolo a sposare la giovane pubblicamente nella piazza del Mercato, luogo in cui,  immediatamente dopo, lo fece decapitare. Così fu consumata la vendetta. Questo il prezzo che il nobile pagò per l’ immorale condotta nei riguardi di una giovane innocente.
 Per quanto riguarda la storia dell'antico orologio, una bella ricerca bibliografica è presente su storiacity, in base alla quale è possibile ipotizzare che sia della metà del XV secolo, anche se, in realtà, a causa dei restauri e dei danni causati durante la seconda guerra mondiale, dell'orologio originario, almeno per quanto riguarda il versante fotografato, quello che affaccia su piazza Mercato in direzione della chiesa del Carmine, è rimasto poco o nulla.

L'arco di Sant'Eligio rientra fra le cartoline di Napoli ed ovviamente fa parte della guida fotografica di Napoli. Le foto verranno riproposte anche su fotografiareale.com

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie di aver contribuito alla riscoperta di questo magnifico e troppo bistrattato monumento napoletano!
Pio

©2009-2016 Fabrizio Reale
I testi e le immagini pubblicati sul sito, salvo dove espressamente indicato, sono di proprietà dell'autore del blog. Tutti i diritti sono riservati.
E' vietato l'utilizzo delle fotografie pubblicate senza esplicita autorizzazione da parte dell'autore.
Per quanto riguarda i contenuti testuali, è possibile l'utilizzo per fini non commerciali a patto di citare correttamente il nome dell'autore e la fonte, con link al post utilizzato.
____
Il blog non rappresenta una testata giornalistica,
in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai
sensi della legge n°62 del 7/3/2001