Il lungomare di Napoli ( percorsi napoletani n.2)

Il vesuvio innevato al crepuscolo da via Nazario Sauro 
Napoli e il suo mare hanno un legame indiscindibile che può essere bene ammirato ed apprezzato solamente attraverso una lunga passeggiata, che costituisce il secondo percorso napoletano proposto su questo blog. 
Se ad inizio gennaio 2010 è stato pubblicato un itinerario fra i vicoli della Napoli rinascimentale e barocca, quello attualmente suggerito, lungo oltre 3 km, attraversa le strade più ampie e di maggior respiro dell'intera città.
  Essendo il lungomare partenopeo abbastanza trafficato, il consiglio è quello di camminare - a meno che non si voglia utilizzare una bicicletta come mezzo di locomozione - per Via Nazario Sauro, via Partenope e via Caracciolo di sabato mattina o nei giorni festivi.  Per rendere maggiormente piacevole la passeggiata, conviene percorrere il lungomare da est verso ovest, in modo tale da non incontrare mai parti in leggera salita. Lungo il percorso verranno suggerite deviazioni il cui scopo sarà quello di visitare luoghi caratteristici, ville o semplicemente gustare tipici  sapori partenopei.
Il percorso inizia in via Nazario Sauro, qualche metro sopra il circolo Canottieri, all'incrocio con la strada che viene da Piazza Plebiscito e la discesa che porta in via Acton.
In tal modo, con a destra i bei palazzi di via Generale Orsini, è possibile godere di uno dei più bei panorami del Vesuvio disponibili e, nelle giornate particolarmente terse, è facile distinguere le tante - troppe - abitazioni costruite alle pendici del vulcano.   Durante la passeggiata incontrete numerosi chioschetti nati anni fa per la vendita dei taralli: oramai sono poco più che punti di ristoro (acqua e snack) per quanti camminano o corrono sul lungomare, anche se i  caratteristici nomi di un tempo sono rimasti ( uno dei primi chioschi ha  ad esempio per insegna "Da Nas'e'cane" ).
Con una curva verso destra, al di sotto della quale si trova il circolo Rari Nantes, dominata dalla bella fontana del gigante, famosa per essere presente in un numero spropositato di cartoline della città, termina via N. Sauro ed inizia via Partenope,  la via degli alberghi famosi del lungomare, dall'Excelsior al Vesuvio, passando per il Santa Lucia ed il Royal-Continental.
La Napoli vista da via Partenope è la Napoli di Lucullo, che qui costruì la sua villa in cui teneva banchetti che divennero talmente famosi da far sì che la memoria arrivasse fino a noi, la Napoli dominata dal Monte Echia, sul quale i primi coloni greci, provenienti da Cuma o Ischia, costruirono le fondamenta della loro città, la Napoli dei grandi campioni del canottaggio o di pallanuoto, che lungo questa via da sempre si allenano. E' di fatti possibile in tutte le stagioni ammirare, sopratutto nei giorni festivi, regate in barca a vela o canottieri che gareggiano con le proprie imbarcazioni a pochi metri dal lungomare.  Una passeggiata in questa zona, per chi conosce poco Napoli, non può prescindere da una breve deviazione verso l'isolotto di Megaride, un tempo sede della villa romana di cui sopra, dal Medioevo basamento superbo di uno dei castelli più caratteristici italiani: Castel dell'Ovo.  Le leggende riguardanti questo castello sono molte, alcune risalenti a tempi remotissimi. Il nome così particolare nasce proprio da una di queste la più famosa: si narra che Virgilio, a detta dei napoletani mago superbo oltre che grande scrittore, nascose nei sotterranei della villa, poi divenuta castello, un uovo, per magia sospeso e posizionato in modo tale da reggere il peso dell'intero "castrum", e che avesse previsto che in caso di rottura di questo uovo sarebbero accaduti grandi lutti ed il castello sarebbe crollato.  Superato il ponte che da millenni collega l'isolotto con la terraferma, si entra in un borgo (non per nulla quella zona è nota come "borgo marinaro" e fa parte del "borgo Santa Lucia")  fatto di ristoranti rinomati e romantici (Zi' Teresa, il Transatlantico), simpatici baretti con i tavolini spesso affollati, rimessaggi di imbarcazioni di ogni tipo,da semplici barche di pescatori a motoscafi di ultima generazione. Chi si voglia fermare a gustare qualche specialità marinara potrà farlo, a patto di sapere che il conto sarà probabilmente salato.
Riprendendo il cammino, lasciando la mole giallo-tufo del castello sulla sinistra e via Santa Lucia sulla destra, si continua la passeggiata guardando la collina di Posillipo e Capri. Sul marciapiede di fronte si trovano decine di ristoranti e pizzerie di vario tipo e genere, in massima parte appartenenti a gruppi che posseggono diversi locali nella città e fuori.  Arrivati in piazza Vittoria ci si trova dinanzi, in assenza di palazzi a coprire la visuale, ad un panorama quasi completo della città. Alle proprie spalle c'è Pizzofalcone e il castel dell'Ovo, a destra si vede la collina del Vomero con sotto Chiaja e davanti ci si prospetta la visuale di via Caracciolo, con la villa comunale, fino a Mergellina e Posillipo.  A questo punto l'itinerario potrebbe sdoppiarsi in due, in base a se si voglia proseguire all'interno della villa comunale, di cui si è già ampiamente scritto su questo blog, oppure si voglia proseguire lungo via Caracciolo, una cui parte di domenica è chiusa al traffico fino alle ore 13.00, per la gioia degli amanti delle biciclette, dei pattini o della corsa. Qualora si sia scelto di intraprendere questa camminata di mattina, suggerisco una tappa obbligata: all'altezza di Piazza San Pasquale (vedere piantina - lato riviera di Chiaia) vi consiglio di attraversare la strada ed imboccare via San Pasquale, sulla sinistra della omonima chiesa barocca. Pochi metri dopo la chiesa anglicana, che sorge su un terreno donato da Giuseppe Garibaldi alla comunità inglese residente in città,  troverete il bar Moccia, famoso in tutta Napoli per la bontà dei propri dolci (babà e tipici dolci napoletani) e per l'eccezionale sapore delle eccellenti pizzette tonde al pomodoro e fiordilatte, una prelibatezza da non perdere, per palati fini e non. Terminata la pausa caffè, per chi abbia tempo e voglia suggerisco di visitare una fra la bella Villa Pignatelli, con arredi d'epoca ed un bel giardino, e la stazione zoologica Dorhn, con il più antico acquario italiano, di cui si è già scritto in passato.
Tornando al lungomare, si suggerisce, in corrispondenza della rotonda Diaz, di scendere sulla spiaggetta e di godere, a patto di essere nel periodo dell'anno in cui è ben curata e lontano dalle folle di bagnanti delle domeniche estive, il non consueto punto di vista di Napoli dalla spiaggia.  Talvolta è possibile incappare in un mercatino ittico in cui i pescatori vendono il pescato appena portato a riva dal mare.  Di qui, proseguendo, si potrà continuare fino a  Mergellina, superando il consolato americano (un palazzone bianco sempre protetto da mezzi corazzati) e sarà possibile notare pescatori e pescherecci accanto ad aliscafi e natanti, in quanto vi state avvicinando ai moli a cui attraccano sia le barche private che i mezzi diretti ad Ischia.  Il secondo percorso termina qui, sperando che possa risultare di interesse e che una passeggiata di oltre tre chilometri sul lungomare partenopeo possa aver dato idea di quale sia il legame fra Napoli ed il suo mare.
Itinerario n.2 della guida di Napoli di laboratorionapoletano.com - ultima modifica il 28/11/2011

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