Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa - guida fotografica

La sala delle locomotrici a vapore - Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa

Non è semplice descrivere la maestosità delle vecchie signore delle ferrovie italiane esposte all'interno del museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, uno dei più grandi del genere, al confine fra la zona orientale della città di Napoli, Portici e San Giorgio a Cremano: locomotive a vapore saturo, locomotive a vapore surriscaldato, locomotori elettrici a corrente alternata, locomotori elettrici a corrente continua, treni diesel.
Post pubblicato anche su ingegnerianapoli.blogspot.com. Alcune fotografie sono state pubblicate anche su fotografiareale.blogspot.com
La stretta via cieca che porta alla stazione ferroviaria di San Giorgio a Cremano - Pietrarsa non deve trarre in inganno: una volta superati i binari della linea ferroviaria passando sotto grazie al sottopassaggio, l'area una volta occupata da quell'opificio di Pietrarsa che sfornò numerose fra le più belle locomotrici a vapore che avrebbero attraversato le strade ferrate del Regno delle Due Sicilie prima e del regno d'Italia poi, è smisuratamente enorme, composta da diversi padiglioni fra il mare e la ferrovia.
Il Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa fu per anni il primo e principale nucleo industriale dell'Italia pre unitaria ed è qui che fu assemblato il primo treno che avrebbe percorso la tratta Napoli - Portici dal 1839, con la locomotiva Bayard una cui fedele riproduzione realizzata nel 1939 per i 100 anni della prima ferrovia italiana è esposta all'interno del museo.
Rimandando alla pagina presente su wikipedia sia per quanto riguarda i cenni storici di una delle fabbriche che hanno contribuito a costruire la storia dell'Italia e per un elenco esauriente di locomotrici ed automotrici presenti all'interno del museo,  in questo post si vuole semplicemente provare a realizzare una breve guida fotografica del museo, suggerendo un percorso di massima da seguire.
Superata la stazione di Pietrarsa - San Giorgio a Cremano, che si può raggiungere da Napoli percorrendo corso san Giovanni in direzione Portici e svoltando a destra non appena appare il cartello che indica la fine del territorio cittadino di Napoli e quello - un po' meno visibile - che indica la presenza del museo, ci si trova in una vasta area occupata da vasti piazzali ed aiuole e da alcuni grossi capannoni. Muniti di biglietto fatto nella biglietteria posta sulla destra (adulti 5 euro, ridotto 3.5, bambini piccoli e dopo lavoro ferroviario non pagano - aperto dal lunedì al venerdì di mattina - il sabato solo su prenotazione) sulla sinistra si trova il grande padiglione A, il capannone una volta adibito al "montaggio", oggi la grande sala dedicata in massima parte alle locomotrici a vapore.
Riproduzione (1939) della locomotiva Bayard
 Volendo cercare di dare un senso cronologico alla visita, è giusto partire da questo padiglione, entrando dalla prima porta sulla sinistra per incontrare la copia della celeberrima locomotiva Bayard, la prima a sfrecciare su territorio italiano in quel breve tratto che serviva ai Borboni ed ai loro amici per spostarsi da Napoli a Portici, sede di uno dei palazzi reali dei sovrani napoletani. Nella sala che sembra immensa non sono ospitate solo locomotive a vapore ma anche i primi treni elettrici, quelli a corrente alternata trifase, in una disposizione che, pur non cronologica come sequenza, di fatto fa sì che la storia delle ferrovie italiane fino ai primi anni '20 sia racchiusa sotto il tetto di quella che un tempo era l'area dedicata al montaggio dei treni.
locomotrice a vapore 640 (locomotiva  a vapore surriscaldato ed a semplice espansione)
locomotrice elettrica a corrente alternata trifase FAV E.440.3
Molti dei treni presenti, oltre ad aver prestato servizio per anni se non per decenni in diverse parti d'Italia, sono esemplari unici o quasi, essendo quasi sempre il destino finale delle locomotrici la demolizione e lo smantellamento. Si tratta, in tal senso, di una collezione di treni scampati alla distruzione, ristrutturati una prima volta in occasione dei 150 anni della prima ferrovia italiana ed una seconda volta - almeno così pare - in anni recenti, dato che il museo ha riaperto solo da pochi anni.
Il colpo d'occhio per chi si posiziona in mezzo al grande padiglione è eccezionale, anche a causa della grandiosità non solo delle singole locomotive ma di tutta la struttura portante dell'intero capannone.
particolare della locomotiva a vapore FS 480.017
Accanto ad ogni locomotiva a vapore c'è una breve ma esaustiva leganda che ne riassume storia e peculiarità. Per maggiori dettagli su ogni treno si consiglia sia la consultazione delle pagine di wikipedia dei singoli treni (riportata per comodità a fine post) che  alcune pagine presenti in rete riguardanti il museo ferroviario (
http://www.miol.it/stagniweb/pietrars.htm
http://www.ilmondodeitreni.it/pietrarsa.html ).

locomotiva a vapore 735 "WILSON" di produzione canadese
Una volta terminata la visita nel padiglione A, si consiglia di recarsi nei padiglioni B e C, ex sede del reparto caldaieria e forni. Nel padiglione B sono presenti tre locomotori elettrici a corrente continua, mentre nel C sono collocate alcune  automotrici di diverse generazioni risalenti agli anni '30 e '40, note ai più come "littorine", oltre ad alcuni vagoni  storici come la carrozza del presidente della Repubblica, un vagone postale di inizio novecento, alcuni esemplari di vagoni e rimorchi leggeri fra cui la famosa "centoporte".
automotrice ALn 880
 Dietro i padiglioni c'è un ampio spazio esterno con una pensilina originale di una vecchia stazione ferroviaria (località Fiorenzuola) ed in fondo, sulla destra, vi è una statua in ghisa di re Ferdinando II di Borbone fusa e realizzata all'interno dell'opificio.
Tornando verso l'ingresso, sulla sinistra vi sono i padiglioni D, E ed F. Nel padiglione D vi sono alcune locomotive diesel-elettriche fra cui la D 341 della Breda.
Il padiglione F ospita alcune fra le attrezzature utilizzate in opificio, in particolare due grossi magli e la "calandra" utilizzata per piegare le lamiere.  Il padiglione G, invece, sede originariamente della torniera ed interessante da un punto di vista architettonico, ospita la ricostruzione dell'ambiente di una stazione di primo '900 con mobilio d'epoca, qualche reperto storico e numerosi modellini in scala di locomotive e treni famosi, fra cui il Settebello e l'Arlecchino, oltre all'ovvio Bayard.  Enorme è il plastico ferroviario posto in fondo a destra.


Segue sequenza di fotografie scattate all'interno del museo nazionale ferroviario di Pietrarsa:












Elenco dei treni in mostra nel museo nazionale ferroviario di pietrarsa (fonte wikipedia)
Locomotive a vapore.
Locomotive elettriche.
Automotrici ed automotori.
Locomotive Diesel

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