A favore delle navi da crociera a Napoli ed in Italia

MSC Fantasia con la prua rivolta verso Napoli (2010)
A chi conviene "sparare" sul mondo delle crociere, criticare la presenza dei giganti del mare nelle acque nostrane, chiedere a gran voce che venga limitato l'accesso delle navi da crociera nei nostri porti e golfi?  A nessuno, probabilmente. 
Costa ed MSC, come del resto tutte le altre compagnie di navigazione meno famose in Italia, sono al centro di un vero e proprio linciaggio mediatico, con quotidiani nazionali che pubblicano fotografie di navi in rada al largo di piccoli porti turistici spacciandole per "inchini", passaggi palesemente a centinaia di metri da zone pericolose descritti come al limite, senza tener conto di prospettive fotografiche e della profondità del mare, accanto ad immagini di passaggi realmente pericolosi e non in sicurezza.
Costa, seppur di proprietà del colosso del mondo delle crociere Carnival, continua ad aver sede a Genova ed a battere bandiera italiana. MSC Crociere, seppur con sede in Svizzera e bandiera di uno stato estero, ha cuore pulsante a Napoli (la sede italiana è in via dePretis) ed è di fatto l'unica compagnia di navigazione operante nel settore crocieristico a capitale completamente europeo fra quelle di prima fascia. 
Il passaggio di Costa Serena nel golfo di Napoli al largo di Massa Lubrense
 Le navi da crociera sbarcano ogni anno decine di milioni di turisti di un giorno nelle principali città d'arte italiane, contribuendo in periodo di crisi a sostenere la nostra economia ed il nostro turismo.  Molte compagnie di navigazione utilizzano Fincantieri per costruire i propri giganti del mare, sostenendo da sole un settore che altrimenti sarebbe fallito da tempo e che certamente non naviga in buone acque, come è noto.
Gestire un mercato che ha subito un inatteso boom deve essere una priorità, il che deve tradursi da una parte in un'offerta portuale sempre più efficiente, dall'altra in maggiori controlli sia per quanto riguarda i combustibili utilizzati che per quanto riguarda le verifiche sulla sicurezza.
L'inquinamento legato alle navi da crociera è probabilmente l'unico vero, grande, punto a sfavore della grande presenza di navi da crociera nei porti italiani. Se è vero che le navi in navigazione in prossimità della costa o in porto devono utilizzare dei combustibili di gran lunga meno inquinanti, in quanto a tenore di zolfo ed altre peculiarità, di quelli utilizzati durante la navigazione in mare aperto - tale normativa interessa tutte le navi ovviamente -, è pur vero che ogni gigante del mare consuma energia come una piccola cittadina ed emette di conseguenza anidride carbonica ed inquinanti nelle stesse proporzioni di una centrale termoelettrica di medie dimensioni.  Richiedere un maggiore risparmio energetico quando la nave è in porto potrebbe essere una parziale soluzione al problema.
Senza tornare sul disastro della Costa Concordia, del quale già si è scritto e discusso tantissimo ma su cui è ancora impossibile dare un reale giudizio mancando tasselli fondamentali nella ricostruzione di quanto accaduto dopo l'incidente, chi scrive intende soffermarsi sul "saluto delle navi ai porti ed alle località turistiche".  Quel che non è passato in maniera corretta attraverso i canali di comunicazione tradizionali è che certe rotte, percorse a velocità turistica ridotta ed in condizioni di assoluta sicurezza, sono da sempre state accettate - ed in alcuni casi avallate - dalle località, dalle compagnie di navigazione, dalla capitaneria e da tutti gli organi preposti alla sicurezza della navigazione, essendo i tracciati ben noti grazie al GPS e non essendo mai intervenuto qualcuno in merito.
Nel golfo di Napoli, in particolare, essendo in molti casi il fondale molto profondo già poche centinaia di metri al largo della costa, appare evidente che molte navi da crociera di piccole dimensioni possano ormeggiare e sostare in rada al largo di Sorrento come di Capri, diventando le perle del golfo località di sbarco, come del resto accade per le isole dell'Egeo o per altre località famose nel Mediterraneo e non solo.
navi da crociera in rada al largo di Sorrento
 Quel che va controllato -anche in questo caso - è che nessuna nave possa passare all'interno dell'area marina protetta di Punta Campanella e di altre aree protette.
Quel che conta è evitare di mandare in crisi un settore che contribuisce in maniera per nulla trascurabile al nostro PIL ed all'immagine dell'Italia.

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