Roghi di rifiuti a Napoli: con l'emergenza torna il problema diossina e particolato

Quel che resta di un enorme rogo di rifiuti in via Marina a Napoli - aprile 2011

Con il ritorno dell'emergenza rifiuti a Napoli, il problema legato ai roghi dei cumuli di rifiuti torna ad essere di un'attualità desolante. Bruciare la spazzatura non raccolta non è il modo giusto per eliminarla ma è un atto vandalico le cui motivazioni, spesso all'apparenza incomprensibili, talvolta sono legate alla volontà di eliminare ingombranti rifiuti che andrebbero smaltiti in isole ecologiche o attraverso opportuni e costosi canali. Durante il weekend, favoriti dalla consueta carenza di controllo, ignoti hanno appiccato incendi un po' ovunque. Nel centro città si segnalano due grossi roghi, uno in via Marina accanto alla sede della facoltà di Giurisprudenza ed uno in via Depretis poco prima di piazza Municipio. Fortunatamente i palazzi antistanti i cumuli di rifiuti bruciati non hanno riportato danni, ma è indubbio che l'aria di Napoli si sia riempita di diossina e di particolato carbonioso, generati dalla non perfetta combustione di tonnellate di rifiuti indifferenziati bruciati in maniera sommaria e pericolosa, con enorme danno per la salute di noi tutti.   Nessuno si stupisca, pertanto, se in questi giorni le centraline di rilevamento dello smog segnaleranno valori altissimi di PM10.   A ben guardare quel che resta della "monnezza" bruciata, appare evidente, come al solito, che parte dell'emergenza rifiuti è causata da quei napoletani che approfittano di tali periodi di crisi per "fare pulizia" dalle proprie abitazioni ed uffici. Passeggiando per la città, accanto alle consuete buste nere, è possibile individuare divani, frigoriferi (ce ne era uno ieri nella centralissima via Toledo), lavatrici (come la carcassa in primo piano in fotografia), mobili ed interi salotti in legno, oltre a cartoni e rifiuti che andrebbero facilmente smaltiti attraverso la raccolta differenziata.
Anche se oramai si è già in piena campagna elettorale, sopratutto per questo motivo, sarebbe auspicabile una soluzione condivisa da comune, provincia, regione e governo, per risolvere la nuova emergenza.

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