Le domus di Pompei: termometro dello stato di Pompei fra note positive e negative


la casa del Fauno con l'impluvium con la celebre statuetta in primo piano

Le abitazioni di Pompei, dalle insule alle enormi domus, sono una delle principali attrazioni degli scavi di Pompei ed una delle principali fonti per archeologi e studiosi di storia antica delle informazioni riguardanti la vita quotidiana dei cittadini romani di quasi duemila anni fa.  Ne consegue che il numero di domus accessibili ai turisti sia uno dei più facili "termometri" dello stato di salute del sito archeologico più famoso al mondo, fra i più visitati in assoluto.  Sul tema era intervenuto un paio di mesi fa anche il ministro Bray, impegnandosi in prima persona affinchè grazie a nuovo personale potessero riaprire a breve al pubblico una decina di domus. Quel che è certo è che il turista che giunge a Pompei, al di là di un aspetto complessivo degli scavi più che discreto, dovrà arrendersi all'evidenza che buona parte delle domus è chiusa da cancellate con lucchetto o da manifesti indicanti cantieri aperti per restauro o manutenzione. Del resto è proprio di ieri l'intervento alla Camera dei Deputati della giovanissima Silvia Chimienti, deputato non ancora trentenne del Movimento 5 Stelle, sul tema Pompei, durante il quale la "grillina", chiedendo il voto su un emendamento incentrato proprio sul sito archeologico, ha posto l'accento sui problemi di Pompei (mancanza risorse, incuria, carenza di personale destinato alla custodia e sorveglianza) ed ha ricordato come circa cinquanta luoghi non siano accessibili. Ovviamente in questo caso, come in tutte le altre denunce sulla situazione in cui si trova Pompei, spicca il nome della casa dei Vettii, celebre nel mondo per la bellezza degli affreschi, chiusa oramai da 11 anni.
Lucchetti davanti alla casa della fontana grande
Fra le note positive e fra le domus aperte e di grande interesse è sicuramente la casa degli amorini dorati,  riaperta dopo due anni di restauri.  In altro post breve raccolta fotografica riguardante la domus che prende il nome da  due amorini incisi su laminette d'oro che ornavano un ambiente. La domus era di un parente di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone.
la casa degli amorini dorati
 Di sicuro la strada è ancora lunga e sarà importante come il grande progetto su Pompei riuscirà ad essere utilizzato per rilanciare il sito archeologico patrimonio dell'umanità non solo da un punto di vista della conservazione e manutenzione del patrimonio artistico e storico ma anche da un punto di vista della qualità di fruizione da parte del visitatore.

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